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Sport all'Inps: non ci sono solo gli atleti del calcio

Vittorio Spinelli martedì 17 agosto 2021
L'avvio del nuovo campionato di calcio delle serie A, B e C prepara ad importanti novità anche in casa Inps. Il mondo dello sport ha ricevuto un nuovo ordinamento (legge 86/2019) per i diversi settori della pratica sportiva e con molte innovazioni, tanto da rendere necessaria per la loro applicazione, ad oggi, cinque decreti attuativi. In primo piano spiccano nuove regole da applicare nella gestione amministrativa dei calciatori e degli atleti, sia professionisti sia dilettanti, compresi gli sportivi amatoriali.
Non solo per il Covid, ma le difficoltà di adattamento della normativa in corso (frammentata da precedenti leggi e che vengono quindi superate) hanno suggerito il rinvio dell'entrata in vigore della riforma al 2022 (gennaio/luglio).
Al centro delle novità è la figura dello sportivo, un atleta considerato come un comune lavoratore dipendente, che con la sua attività produce un reddito e per il quale viene regolarmente tassato dal fisco e soggetto ad una assicurazione previdenziale.
Questa impostazione impone una modifica all'attuale gestione dell'Inps specializzata per le pensioni degli sportivi professionisti, e che viene sostituita ora dal nuovo "Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi". Al Fondo affluiscono obbligatoriamente i "lavoratori" sportivi, professionisti e dilettanti, legati alla propria società da un contratto di lavoro subordinato. La maggiore "coorte" degli assicurati è costituita da 1 milione e 400 mila italiani e stranieri tesserati nel settore calcio (atleti, allenatori, preparatori, tecnici, dirigenti ecc.), che producono ogni anno una contribuzione fiscale e previdenziale superiore al miliardo di euro (dati FIGC in audizione alla Camera in occasione della riforma). Insieme a questi, il Fondo Lavoratori Sportivi gestisce anche gli atleti e gli operatori delle altre discipline sportive collegate alle Federazioni nazionali: ciclismo, golf, motociclismo, pallacanestro, pugilato.
Le modalità lavorative presenti presso le società dei settori dilettantistici, come le prestazioni autonome e le collaborazioni, sono state convogliate dalla riforma nella Gestione Separata dell'Inps. Se non hanno altre assicurazioni, i collaboratori pagheranno nel prossimo anno un contributo del 15%. Chi è iscritto invece a più assicurazioni pagherà per la Gestione separata solo un 10%.