Spering torna per Mendelssohn e dirige un «Elias» da collezione
Alla testa delle fedeli compagini del Chorus Musicus Köln e della Neue Orchester (2 Cd pubblicati da Mdg e distribuiti da Jupiter), Spering è in grado di padroneggiare alla perfezione le coordinate artistiche e spirituali lungo le quali si muove l'Elias, partitura ricca di effetti a sorpresa e spunti originali sin dalle battute iniziali dove, con un cupo recitativo, il profeta irrompe subito sulla scena e scaglia la sua maledizione ancor prima dell'ouverture (una pagina dalla forte impronta beethoveniana che descrive gli effetti drammatici della siccità sul popolo d'Israele); a questo punto la tela si alza e il turbine delle vicende legate a Elia avvolge l'ascoltatore in una sequenza serrata di arie, recitativi ed episodi corali.
Sono quattro i cantanti solisti e a ognuno di loro spetta il compito di tessere la trama dell'oratorio, che non segue un'azione precisa ma si declina in singoli quadri: la protezione degli angeli, il miracolo della resurrezione del figlio della vedova, lo scontro con i sacerdoti idolatri di Baal, la comparsa davanti alla regina Jezebel, la fuga sul Monte Oreb, i momenti di rassegnazione e sconforto di Elia, che invoca su di sé la morte ma che assiste dall'apparizione del Signore (tra squarci apocalittici che evocano inondazioni e terremoti) e viene trasportato in cielo avvolto dalle fiamme.
E mentre la penna di Mendelssohn si muove sui righi del pentagramma tratteggiando un maestoso poema musicale sempre in bilico tra i registri epico e religioso, mistico e visionario, la bacchetta di Spering risponde colpo su colpo e appronta una nuova incisione destinata a divenire di assoluto riferimento.