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Sperare nel nuovo

Lorenzo Fazzini venerdì 14 giugno 2024
A volte la comprensione della fede cristiana si limita a una dicotomia tra carnale e spirituale, tempo ed eterno, terra e cielo, nella quale sembra annidarsi ancora una concezione spuria di cosa sia l’incarnazione. Dominique Collin, uno dei migliori teologi di nuova generazione in Europa, nel suo brillante Il vangelo inaudito (Queriniana), sintetizza così la sua comprensione del cristianesimo: «Che cos’è il Vangelo? La comunicazione della gioia di esistere. La gioia di sentir “sussultare” in noi questo Sì in sofferenza fino a sentirsi nascere di nuovo». Qualcosa del genere prova Adele, una delle protagoniste di Un giorno di festa (NNE) di Joyce Maynard, scrittrice americana che un tempo, giovanissima, ebbe anche una relazione sentimentale con J. D. Salinger, l’autore del fortunato Il giovane Holden. Adele, insieme al figlio Henry, vive un’esperienza particolare: un ricercato della polizia, Frank, si introduce in casa loro e vi resta nascosto per lungo tempo, inserendo in quella famiglia una nuova vita e nuove possibilità. È così che Adele lo comunica al tredicenne Henry: «Quando tuo padre se n’è andato, pensavo che sarei rimasta sola per sempre. Non pensavo che sarei più stata capace di voler bene a qualcun altro. A parte te. Non mi aspettavo che avrei potuto di nuovo sperare in qualcosa». Quando accade l’insperato, quello è Vangelo. © riproduzione riservata