Spazio alla grandezza di Martini e alla (vera) fede di Panikkar
Ricordo per esempio su "Micromega" (2/2001, pp. 265-290) "Una fede senza dogmi", titolo attribuito ad un suo saggio di 26 pagine, ma comprese al contrario! Eppure lui in quel testo non solo non nega dogmi, ma ne riconosce valore e necessità (ivi: p. 274) ribadisce umanità e divinità di Cristo con i termini classici (277), scrive che il cristianesimo «si identifica con le sue credenze» (278), che «l'uomo ha bisogno di formulazioni dottrinali» (282), afferma che occorre evitare «eresia e apostasia» (279), e che nessuna "dottrina" esaurisce la verità cristiana, che lui chiama «il Cristico».
Leggi tutt'altro che negazione di fede e Chiesa. È Vangelo: «Non chi dice Signore! Signore!», «alla sera della vita saremo giudicati sull'amore» (Giovanni della Croce), e «Avevo fame e mi avete dato da mangiare». È "nucleo" di tutto! E in esso Martini e Panikkar sono insieme: chi non lo capisce, dentro o fuori che si dica, non ha capito molto.