Sostentamento, un passo avanti
L'attuale ordinamento prevede che l'assegno di previdenza integrativa sia collegato alla media dei punti attribuiti rispettivamente ai vescovi (101 punti) ed ai sacerdoti (108 punti) dal sistema di sostentamento del clero, garantendo, in alcuni casi, anche un importo minimo.
L'importo dell'assegno è tuttavia condizionato sia dalla pensione percepita dal sacerdote per eventuali attività lavorative (computata per intero) sia dalla pensione di vecchiaia o di invalidità del Fondo clero (finora computata per la metà). Di fatto, il trattamento economico complessivo risulta inferiore al sostegno percepito prima di entrare nel sistema di previdenza integrativa. E questo proprio negli anni in cui l'età avanzata, superiore ai 75 anni, e le condizioni di salute richiedono un sostegno economico adeguato alle più accentuate esigenze personali.
Di qui l'attenzione dell'Assemblea generale della Cei a questo particolare aspetto dell'assistenza ai sacerdoti anziani, il cui numero è in crescita costante. L'Assemblea ha ritenuto di dover intervenire sul criterio di computabilità dei trattamenti pensionistici, stabilendo che la pensione del Fondo Clero sia computata nella misura di un quarto anziché della metà. Resta ferma la computabilità per intero delle pensioni diverse da quella liquidata dalla previdenza sacerdotale. In soldoni, il nuovo provvedimento consente di attribuire al sacerdote, mediamente, un importo aggiuntivo di 160 euro mensili lordi, soggetti alle dovute ritenute di legge.
Il nuovo provvedimento, inviato alla recognitio della Santa Sede, avrà effetto a partire dal prossimo anno.