La lettera, scritta a mano in stampatello, arriva da una zona periferica di Roma, e grida una storia di degrado, di vita ai margini. A scriverla sono un fratello e una sorella di origini siciliane ai quali non è rimasto al mondo nessuno tranne l'uno per l'altra. Hanno una cinquantina di anni e un passato turbolento: lei è uscita, grazie all'amore della madre, da una brutta storia di droga che le ha lasciato uno strascico di malattie. Lui da quattro anni non trova lavoro e insieme, fratello e sorella «abbiamo portato i curriculum da tutte le parti – scrive Alfonsina –, ma nessuno ci ha mai chiamato». Dopo la morte della madre, lo scorso 2 febbraio, l'esistenza dei due fratelli è franata: prima vivevano con la sua pensione (730 euro al mese, da dividere per tre...) ora non c'è nessuna entrate e le bollette si ammonticchiano «ma noi non abbiamo proprio nulla per pagare e per andare avanti», continua la donna. E ci sono anche le cure per le malattie di cui soffre Alfonsina: il diabete, l'ipertensione, l'epatite che la costringe a ripetuti ricoveri.... «Spero che non vi scordiate di me e di mio fratello», conclude la sua lettera, che il parroco della zona sottoscrive, conoscendo la situazione disperata dei due. Per non scordarci di loro abbiamo bisogno della generosità dei lettori: basta un piccolo contributosul ccp 15596208 intestato ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce", P.zza Carbonari 3, Milano. Gli assegni devono essere intestati ad Avvenire, "La voce di chi non ha voce". Si può anche effettuare un bonifico a favore di Avvenire, "La voce di chi non ha voce", conto n. 12201 Banca Popolare di Milano, ag. 26, cod. IBAN IT65P0558401626000000012201.