Sorriso di preti romani in porpora E titoli fatti invece per confondere
Cambiamo fronte. Ieri 28 ottobre, anniversario della fascista Marcia su Roma – con qualche segno triste di rievocazione minacciosa in piazza – e su "Libero" (pp. 1 e 18) leggo per due volte che «I giudici lavorano soltanto per processare Salvini»! Soltanto? Un'opinione: è libertà! Ma non è solo opinione il fatto che in certe pagine si lavora "soltanto per processare" il Papa. Si tratti di dottrina, o di prassi pastorale, a qualche testata non va giù nulla di ciò che dice, scrive e fa papa Francesco. E se qualche gesto, o qualche scritto o qualche parola pare più importante, allora è maggiore per rifiutare, fraintendere e confondere le idee di chi legge. Uno "sforzo lavorativo" diffuso ad arte! Lui dice che un figlio gay va accolto in famiglia come gli altri figli, e su quelle pagine leggi invece che per il Papa un gay, posto che viva stabilmente con un altro, avrebbe diritto a dirsi "famiglia", e qualche titolo parla persino di approvazione papale del "matrimonio gay"!
Manna dal cielo – un cielo molto basso! – e vesti anche ecclesiastiche stracciate di sdegno, a cominciare da certe "firme" che su quelle stesse pagine (purtroppo spesso e in diversi modi antievangeliche) pretenderebbe invece per sé il monopolio della fede, e magari tenta di usare con finto distacco contro il Papa san Francesco, colui che abbassò se stesso per sorreggere la Chiesa, e Santa Caterina, che riportò i Papi a Roma.