Era di spalle, con la luce che le filtrava tra i capelli. Pensavo di conoscerla, invece si è voltata e non era lei. Con la mascherina in faccia le donne si riconoscono un attimo dopo. Parlano con gli occhi, liberano fascino: è stato uno dei pochissimi effetti positivi della pandemia. Senza sorriso però è sempre una bellezza a metà. Ora che la mascherina quasi ovunque non è più un obbligo, perdiamo un po' di sicurezza (e speriamo di non dovercene pentire) ma recuperiamo un po' di sorrisi. Quelli di chi ancora ne ha voglia, almeno. E spero che siano tanti. Perché sorridere conta: qualche volta mi sono pentito di aver pianto, ma non mi rimprovero mai di aver sorriso anche alle persone sbagliate. E sono felice di averlo fatto rivolgendomi a chi non se lo aspettava: un bambino, un mendicante, o qualcuno che ti ha fatto del male e non crede possibile che tu lo perdoni. Costa poco: settantadue muscoli per una smorfia di rabbia, solo dodici per allargare gli angoli della bocca, dice la scienza. Mentre la poesia insegna che un sorriso è un sogno che ce l'ha fatta. Magnetismo puro. Qualcuno ha scritto: «Mi dissero che per farla innamorare dovevo farla ridere. Ma ogni volta che ride, mi innamoro io…». Perché spesso in un sorriso c'è dentro il senso di tutto quello che stiamo cercando.