«Se vuoi amarmi, sia soltanto per amore. / Non dire mai: “L'amo per il sorriso, / l'amo per i capelli, i pensieri, le dolci parole: / quei pensieri tanto simili ai miei, / che m'hanno infuso oggi una dolce sensazione / di quiete”. Queste cose possono, o amato, / mutare in sé o in te: l'amore, / nato da esse, ne morrebbe. / E non amarmi per detergere il pianto / delle mie ciglia: potrebbe non piangere più / chi godette del tuo conforto, e amore / ne morrebbe. Amami soltanto per amore: / così s'ama per sempre, per l'eternità». È una delle Parole d'amore, di Elisabeth Barrett Browning, raccolte da Guido Davico Bonino in un volume uscito da Interlinea: libro-scrigno, libro-talismano, libro-viatico, libro-amico, con dentro l'effusione amorosa di uomini e donne dei cinque continenti, di tempi remoti o vicinissimi, della tradizione più colta o di quella “popolare”. Sono come i giorni dell'anno le poesie riunite, trecentosessantacinque. L'augurio di un anonimo Inuit, dalla Groenlandia, il primo gennaio: «Che la tua fronte sia candida / come la neve appena caduta / dopo la tormenta…». La preghiera di una fanciulla, di Jean Moréas, il giorno di Natale: «I finocchi selvatici m'han detto: “T'ama così pazzamente ch'è in tua balìa: apprestati al suo ritorno!” I finocchi selvatici non sanno che adulare… Dio abbia pietà del mio cuore!».