Qualche tempo fa Sonia Sotomayor, la prima ispanica a diventare giudice della Corte Suprema negli Stati Uniti, partecipò al più famoso programma americano della tv dei ragazzi per dire alle bambine: «Sognare di diventare una principessa, è divertente. Ma non è una carriera. Per quella vi serviranno studio e fatica...». In effetti, quando avevo dieci anni e mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo: il calciatore. Mestiere che implica una carriera, ma che non si può fare solo studiando e applicandosi. Eppure la mia generazione immaginava di fare l'astronauta, la ballerina, il cow boy. Tutti mestieri che oggi a pochi ragazzi e ragazze viene in mente di sognare. Ora che siamo cresciuti, sono i nostri figli ad avere questo problema. Non ce lo domandano, perché credono di avere le idee chiare, e in molti casi le avrebbero se il mondo permettesse loro di realizzarle. Ma se un consiglio lo chiedessero, sarebbe bello rispondere che non è più il momento di immaginare scelte di lavoro definitive. Che adesso è il momento di prendere le proprie gambe e arrivare dove non si sa, di cambiare idea una, due, venti volte, e poi di ricambiarla, perché nulla è immutabile. E di non avere paura di sbagliare. Così quando vi chiederanno cosa volete fare da grandi, non tirerete più a indovinare, ma lo saprete.