Siti a confronto sulla liturgia: chi spiega e chi lancia allarmi
Eppure don Magnani dice chiaramente che questa modifica, come altre che egli illustra, è stata dettata da una maggiore fedeltà al testo latino del nuovo Messale; circostanza confermata dall'anonimo teologo interpellato in proposito dal blog "Stilum curiae", che una volta tanto getta così acqua e non benzina sul fuoco. Metto a confronto queste inquietudini con i severi post in materia liturgica pubblicati da Elide Siviero su "Settimananews" ( bit.ly/2Pvdvrq ): l'ultimo è dedicato ai riti di comunione, il che mi fa supporre che la serie sia prossima a concludersi. Questi interventi non fanno davvero sconti su come il celebrante, gli altri ministri e il popolo dovrebbero partecipare a ciascuna parte della Messa. Nell'ultimo si spiega perché la preghiera del Signore – il Padre Nostro – si impoverisce se viene «stravolta e messa su una musica pop», e che il rito della pace non è «la preghiera per la pace nel mondo o per fare la pace con i vicini». Tutto dall'interno di un'adesione senza riserve alla riforma liturgica postconciliare, della quale si mostrano le enormi ricchezze. Che è ben altro dal prendere a pretesto le piccole novità di oggi per stigmatizzare, per l'ennesima volta, le grandi novità di cinquant'anni fa.