È partita mercoledì in prima serata su Sky Investigation la seconda stagione della serie televisiva britannica creata da Jude Tindall, Le indagini di Sister Boniface, derivata dalla ben più nota serie conterranea di Padre Brown, che ha fatto conoscere in anteprima l’intraprendente e spericolata suora detective inserendola nell’episodio Omicidio al convento. Ambientata negli anni Sessanta in Inghilterra, nell’immaginaria cittadina di Great Slaughter nelle Cotswolds, Le indagini di Sister Boniface racconta le avventure investigative dell’arzilla suora cattolica del convento di St. Vincent, che, oltre ai suoi doveri religiosi, produce vino e ha un dottorato di ricerca in scienze forensi, che le consente di collaborare come consulente scientifico con la polizia locale. Accanto a sister Boniface (interpretata da Lorna Watson), operano l’ispettore Sam Gillespie (Max Brown) e il sergente Felix Livingstone (Jerry Iwu). Nei due nuovi episodi appena andati in onda (previste tre repliche anche domani), la suora, che viaggia in Vespa sidecar, si trova a indagare sull’omicidio di una produttrice televisiva avvenuto sul set di uno show tv per bambini e sulla misteriosa scomparsa di un barone. Nel primo episodio c’è anche un po’ di storia della tv in bianco e nero e persino un pappagallo testimone oculare. Nel secondo, sullo sfondo di un duplice omicidio, ci sono anche gli affari di cuore tra l’ispettore Gillespie e la giornalista locale Ruth Penny (Miranda Raison). Comunque, a scoprire l’assassino è sempre lei, la suora che a differenza dei tanti altri investigatori in tonaca non indaga per hobby bensì in veste ufficiale, risolvendo casi di omicidio basandosi spesso sull’intuito, sull’esperienza nella medicina legale e sulle sue conoscenze chimiche, sempre con un pizzico di ironia britannica e tanta umanità, anche nei confronti del colpevole.
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