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Sintomi di felicitàImpariamo a capire la temperatura giusta per la vita

Marco Voleri giovedì 24 gennaio 2019
MarcoVoleri
Sei e mezzo del mattino, suona la sveglia. Adele si alza dal letto e si prepara a entrare nella doccia. È un inverno freddo. Apre l'acqua, il getto è polare. Disperata cerca il rubinetto, nel frattempo l'acqua gelida le scorre sulla pelle calda. Ruota nervosamente il miscelatore, speranzosa. Dopo qualche interminabile secondo trova la temperatura giusta. Sospiro di felicità. Ognuno ha la propria temperatura preferita quando entra nella doccia, addirittura temperature diverse che variano in base al momento della giornata, all'umore o al clima esterno. Adele ha iniziato la giornata con una doccia ed un sintomo di felicità. "Esagerato! – potrebbe dire qualcuno –. Che sarà mai un attimo positivo di benessere, sotto una doccia, per la gioia di aver trovato la temperatura giusta?". Forse lo sono. Eppure quell'attimo scorre, come molti altri della giornata, come fosse un momento normale, dovuto, di routine.
Oggi molti sono impegnati a voler definire la felicità, a indagarla quasi come fosse un colpevole in attesa di pena. "Allora, signora, ci vuole dire per favore di cosa è fatta? Non abbiamo tempo da perdere noi". Me lo figuro l'interrogatorio alla signora felicità. "Bene, fornisca le sue generalità. Carta di identità e patente di guida". Siamo talmente impegnati a scoprire cosa sia la felicità che spesso non ne scrutiamo i sintomi che viviamo, piccoli o grandi che siano.
Alcuni dei maggiori filosofi di tutti i tempi si sono chiesti cosa fosse la felicità: per Aristotele, ad esempio, è la massima aspirazione di tutti gli esseri umani. Epicuro fondò addirittura la "scuola della felicità" e giunse a conclusioni molto interessanti. Nietzsche invece oppone il concetto di benessere a quello di felicità. Che sapore ha la felicità? È un bicchiere di vino con un panino? Chissà. Eppure, come scrive Lucio Dalla, se tutta la gente del mondo – senza nessuna ragione – alzasse la testa e volasse su, senza la necessità di dare etichette alla felicità, potrebbe annusarne meglio l'essenza quotidiana, che ci bagna ogni giorno, come una doccia.