Siccità, emergenza mondiale
geografiche alle prese con questa questione, sono quelle dove stanno impervesando guerre e disequilibri politici. Yemen e Iran fanno i conti con falde che si stanno abbassando ad un ritmo di 2-3 metri all'anno. Ma il problema è esteso all'Egitto, alla Cina così come a tutto il resto dei Paesi dell'Asia Centrale, del Medio Oriente, all'India, ad Israele ed agli Stati Uniti. Fra gli Usa e il Messico la condivisione dell'acqua del Rio Grande è un problema diplomatico e tecnico insieme. Intanto - e anche questo è un fatto - il 70% dell'acqua consumata finisce ancora oggi nell'irrigazione dei campi, mentre il 20% viene adoperata dall'industria e solamente il 10% dalla popolazione. Ma perché tutto ciò? Stando sempre ai tecnici dell'acqua, il problema è il risultato dell'enorme richiesta di acqua e della crescita tecnologica degli strumento per cavarla dal sottosuolo. Secondo altri, tutto sta nei metodi di utilizzazione di una risorsa che un tempo si pensava inesauribile, che in effetti esiste ma che oggi appare più scarsa del petrolio. Tutto mentre il clima sembra davvero che stia cambiando. Coinvolgendo non solo i massimi sistemi terrestri, ma anche le minime condizioni di produzione e sviluppo nazionali e locali. Anche in questi casi, il risvolto econonomico della faccenda appare enorme: secondo l'Associazione Nazionale Bonifiche, solo per mettere mano all'ammodernamento della rete idrica italiana ci vorrebbero centinaia di milioni di euro.