Rubriche

Siamo del tutto sani?

Lorenzo Fazzini mercoledì 24 aprile 2024
La stagione del Covid ha funzionato come una sorta di “apocalisse”, cioè di rivelazione su diversi aspetti del nostro vivere: il rispetto dei fragili, il rapporto con il creato, l’approccio alla comunità… Papa Francesco, nella sua memorabile Statio Orbis del 27 marzo, consegnò al mondo parole che restano scolpite come appello e come monito ancor validi oggi: «Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato». Qualche tempo fa è stato pubblicato un romanzo, La ragione del male (Lindau), dello scrittore catalano Rafael Argullol, in cui una città sprofonda in una malattia pervasiva e inspiegabile, che rende esamine di volontà e azione chi ne viene contagiato. Un male che, secondo l’autore, richiama a una dimensione più profonda: «Gli esanimi sono stati la fase terminale di qualcosa che già ci portavamo dentro allegramente, convinti di essere del tutto sani. Ma poi, quando il male si è manifestato in tutta la sua crudezza, lo abbiamo ribaltato. E lo abbiamo lasciato agire come una calamita». Questa assonanza tra un romanzo del 1993, l’avvento del covid e l’appello di papa Francesco concordano su un punto: siamo sicuri di essere persone “a posto” in un mondo in cui dilaga la violenza, la guerra la fa da padrone e la povertà attanaglia ancora milioni e milioni di persone? © riproduzione riservata