Il Premio Nobel per la Pace, Ahirin Ebadi, ha dato questa ricetta per il Medio Oriente, lacerato dai recenti e orrendi conflitti: bombardarlo di libri! Non propone la lettura di testi particolari, non un elenco selezionato, ma intende una basilare alfabetizzazione all'arte della pace. Un messaggio contrario per chi ancora ritenesse opportuno il detto latino: «Si vis pacem para bellum»; la musulmana Ebadi, vittima dell'integralismo islamico, suggerisce i libri invece delle armi, la cura dell'educazione, la scuola, la formazione intellettuale e morale, la cultura. Piuttosto delle bombe, che spengono ogni voce, sganciare libri che aprono la bocca al dialogo e al rispetto reciproco. Potenza dei libri! Segnata in molte tappe del loro destino, spesso tragico e deleterio. Basti pensare ai roghi che l'hanno visti vittime reali e ideali: da quello di Alessandria, la grande madre di ogni Biblioteca, fino a quello, letterario, di Farenheit 451. Grande è stata l'intuizione di Bradbury, agli inizi dell'era dell'immagine: l'ottusità dei "parenti" televisivi avrebbe sostituito i veri amici della libertà e della conoscenza: i libri! Un'idea per l'estate: perché invece di una pioggia di cellulari dai suoni insopportabili, non si sganciano libri anche sulle spiagge?