Servizio civile, riscattabile nelle gestioni Inps e nel Fondo clero
Riscatto. In passato durante il periodo del servizio venivano riconosciuti anche i contributi pensionistici, tutti a carico del "Fondo nazionale per il servizio civile". Per i soliti problemi di bilancio, la contribuzione gratuita è stata abolita dal 2009. Da allora però il periodo di servizio può essere riscattato dai volontari, come un qualsiasi altro tipo di riscatto. Lo ha stabilito il decreto 185/2008 e lo ha confermato il recente decreto 40 del 6 marzo scorso.
Il calcolo del riscatto viene effettuato con le stesse regole sulle rendite vitalizie (art. 13 legge 1338/1962), a patto che i periodi del servizio non siano coincidenti con altri periodi già coperti da contributi. Il costo dell'operazione può essere pagato in unica soluzione oppure fino a 120 rate mensili, esenti dai normali interessi di rateizzazione.
Entrambi i decreti citati dispongono che il riscatto può essere chiesto dagli iscritti all'Inps come lavoratori dipendenti o autonomi o collaboratori, oppure come dipendenti pubblici o assicurati negli ex fondi speciali (telefonici, elettrici ecc.).
Le norme non indicano fra queste forme assicurative il Fondo clero. Tuttavia ne beneficia anche la gestione pensionistica dei sacerdoti, per diversi motivi. Infatti, con la loro terminologia i due decreti intendono riferirsi all'intero universo previdenziale senza esclusioni. Tant'è che se l'esclusione del Fondo fosse stata realmente voluta, sarebbe stata indicata in forma esplicita. Inoltre la legge 903/1973 (art. 27) recepisce automaticamente nel Fondo Inps tutti i benefici pensionistici di portata generale. Si tratta quindi di un diritto per quei giovani volontari che vengono poi attirati dalla vocazione sacerdotale e, col tempo, interessati al riscatto del periodo trascorso nel servizio civile.