Il Cammino di Santiago di Compostela, come possono confermare le migliaia di persone che l'hanno vissuto, è un'esperienza che rimane per sempre nel cuore. Tre anni fa ne ho percorso insieme a quattro amici un tratto, trecento chilometri con partenza da León. Nel percorso si incontra l'umanità più varia: pellegrini in cammino per domandare e per ringraziare, cultori del trekking, escursionisti in cerca di immersioni nella natura, turisti dello spirito, curiosi. Con una frequentazione così assortita la distrazione è sempre in agguato, per questo ogni mattina era necessario domandarmi chi me l'avesse fatto fare, consegnare a Dio le intenzioni che mi avevano mosso e l'offerta della fatica. Ogni giorno era la sfida di un nuovo inizio, portando nel cuore l'immagine biblica dell'homo viator, colui che sempre è in cammino, ma ha bisogno di un'energia che sostenga il suo camminare e di una meta certa. Per essere pellegrino, non vagabondo. L'arrivo nella splendida Plaza del Obradoiro su cui si affaccia la cattedrale che custodisce le reliquie di san Giacomo insieme ai quattro compagni di viaggi, è stato l'epilogo di un cammino duro e affascinante, e insieme l'occasione per comprendere che abbiamo bisogno di Qualcuno a cui guardare per non perderci. Per vivere ogni giorno come un pellegrinaggio.