Oggi è un momento propizio per recuperare i saperi e farli sedere allo stesso tavolo, dando voce alle diverse saggezze che alimentano il bene comune. Questo permette di tessere una sinodalità epistemica. Uscire dalla propria zona di comfort per incontrare altri modi di essere, conoscere, sapere, fare e relazionarsi è anche camminare insieme nella parola, dove gli opposti possono coesistere non solo senza negarsi a vicenda, ma anche aprendo nuove prospettive e orizzonti di interazione nel tessuto sociale. Così, il pensiero critico latinoamericano si presenta oggi come un sapere alternativo che alcuni inquadrano come Epistemologie del Sud. È importante sottolineare che il nostro “sentipensamiento” articola pensiero, sentimento, parola e azione. Questo sapere altro ha radici ancestrali ed è stato presente nella vita quotidiana dei nostri popoli, anche se solo a partire dal secolo scorso ha cominciato a posizionarsi, attraverso varie persone che lo sviluppano e lo articolano a livello interdisciplinare, aprendo così nuovi modi di leggere, interpretare e agire nei nostri contesti. Questo “sentipensare” ha accompagnato la resistenza delle comunità, dipingendo tessuti con colori, appropriandosi di spazi e risignificandoli con l'arte; ha attraversato le dittature, cantando l'innominabile; sovverte ogni momento presente, sognando futuri possibili in cui la vita ci unisce.
Il nostro pensiero è collettivo e interrelazionale, ispirato alla natura intessuta di terra, aria, fuoco e acqua. Le infinite forme in cui la vita si manifesta nel suo continuo movimento sono contenute in una cosmoesistenza che riconosce il valore sacro delle vite, interconnesse in un unico corpo con un unico battito. Questo approccio abbraccia prospettive diverse, tinte di maschile e femminile, che sfumano gli ecosistemi di biodiversità e armonizzano le complessità.
Questa realtà, che non è fatta di carta, ma che determina ogni momento della vita quotidiana, è stata alla ricerca di metodi di interpretazione e di riflessione sulla prassi come base fondamentale di ogni nuova conoscenza (García Márquez). Indubbiamente, il nostro è un sentipensiero situato e contestuale, con un luogo di enunciazione (Mignolo). Per questo motivo, i contributi della ricerca-azione partecipativa sono stati importanti (Fals Borda), perché siamo in interrelazione, «siamo umani nella dinamica ricorsiva che intreccia la nostra corporeità con il flusso della conversazione» (Maturana).
Questa dinamica di riconoscimento territoriale ci ha portato a “geografare” dalla resistenza, che è lo spazio da cui emergono alternative e proposte. La geografia dal basso, sui bisogni e sulle potenzialità della vita comunitaria, è uno strumento politico per sfidare ogni forma di manipolazione o abuso di potere (Porto Gonçalves, Acosta, Santos). Ciò implica la corresponsabilità di un impegno politico che cerca l'equità sociale con poesia e profezia, proponendo vie più giuste per tutti e una cogovernanza territoriale che assuma la costruzione del proprio futuro, con relazioni di cura.
In questo senso, la filosofia e la teologia latinoamericane, insieme alla sociologia e all'ecologia politica, hanno proposto nuovi modi di costruire una riflessione basata sulla realtà, orientata alla trasformazione sociale (Dussel, Gutiérrez, Boff, Leff). Con una partecipazione attiva e uno sguardo liberatorio (Freire), queste narrazioni stanno scrivendo il nostro percorso nella storia con pennellate che danno cuore a ogni passo insieme agli altri nel mondo, in un modo più inclusivo ed emancipatorio.
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