Rubriche

Sementi, la qualità comincia qui

Andrea Zaghi sabato 24 aprile 2010
Un giro d'affari più che milionario, che dà pregio alla nostra agricoltura ma che presta il fianco anche a manovre fuori della legge e ai "falsi". Non parliamo del solito comparto dei prodotti agroalimentari tipici che costellano tutte le aree agricole dello Stivale, ma di ciò che, in qualche modo, viene prima: le sementi. Già, perché anche per questo settore l'Italia agricola eccelle sui mercati ma si fa spesso gabbare da chi non bada molto alla qualità e alle regole. Quello della produzione sementiera, tuttavia, è un aspetto importante del nostro agroalimentare che vale la pena di tutelare e sviluppare.
A conti fatti, stando ai numeri divulgati dall'organizzazione di Ortomac, una delle più importanti manifestazioni del settore che si terrà a maggio a Cesena, solamente pensando agli ortaggi, la filiera vale qualcosa come diverse centinaia di milioni di euro che derivano da sementi che vengono esportate in tutto il mondo. È proprio da qui che, però, nascono i più forti problemi commerciali. Secondo Assosementi e Orto Wic, infatti, il mancato rispetto dei cosiddetti «diritti del costitutore» (cioè di chi seleziona e produce il seme) vale circa 18-20 milioni di euro. E il danno non è limitato ai mancati introiti delle aziende sementiere, un ruolo importante hanno anche le ricadute negative delle malattie che colpiscono le piante che nascono da sementi non selezionate. Per gli ortaggi, poi, l'importanza di usare sementi selezionate e controllate è fondamentale. Basta pensare che nello scorso anno le famiglie italiane hanno acquistato 4,3 milioni di tonnellate di ortaggi freschi (cioè il "prodotto finale" partito dal seme) spendendo 7,1 miliardi di euro. Scivolare sulla qualità richiesta da un mercato di queste dimensioni è quindi rischiosissimo.
D'altra parte, proprio sulle sementi si sta giocando una partita fondamentale per il futuro dell'agroalimentare, non solo italiano. Con ovvi risvolti economici. Ne è prova una delle ultime notizie diffuse in questi giorni: la sola vendita di partite di riso con la presenza di Ogm non autorizzati, ha provocato in Usa danni per 50 milioni di euro. Una cifra di tutto rispetto che, secondo la Coldiretti che ha divulgato la notizia, la multinazionale tedesca Bayer CropScience dovrà pagare agli agricoltori dell'Arkansas a causa della circolazione di questo prodotto che ha provocato un crollo delle quotazioni pari a 150 milioni di dollari negli Stati Uniti anche per effetto del crollo della domanda internazionale. Un evento che ha scatenato una serie di azioni legali da parte dei produttori di riso di Arkansas, California, Louisiana, Mississippi, Missouri and Texas. E non solo, perché la presenza di partite di riso contaminate provenienti dagli Stati Uniti ha costretto anche l'Unione Europea ad adottare rigorosi e costosi sistemi di controllo. Non c'è che dire: se dalle sementi nasce buona parte della qualità agroalimentare è il caso che proprio a esse sia dedicata una forte attenzione. Più di quanto viene fatto.