Sembrano due opposti estremisti sono martiri della stessa speranza
Di certo meno popolare, anche senza misurare le ricorrenze su Google, la storia di padre Ezechiele (Lele) Ramin, che trovo rievocata da "Famiglia Cristiana"-"Credere" ( bit.ly/2VgwUyx ). Missionario comboniano, 32 anni, inviato in Amazzonia mentre sognava l'Africa, si espose a sostegno dei diritti degli indigeni e dei contadini; anche lui più volte minacciato, cadde in un'imboscata, massacrato dai proiettili dei pistoleiros assoldati dai latifondisti. Era il 1985. Dal 2016 è in corso la causa di beatificazione e ora, nell'imminenza del Sinodo panamazzonico, 200 vescovi brasiliani l'hanno appoggiata con una lettera a papa Francesco. Se sottolineo la loro contemporanea (ri)comparsa davanti all'opinione pubblica ecclesial-digitale non è però per segnalarne l'apparente condizione di vittime di "opposti estremisti", bensì per cogliere come essi, pressoché coetanei, negli stessi anni, stavano dalla stessa parte sociale, armati solo della stessa Parola. Sono dunque testimoni dell'unità della Chiesa nella pluralità delle situazioni storiche in cui i cristiani si trovano a operare. Martiri per la stessa speranza: che «giustizia e pace si baceranno».