Nel suo fondamentale Homo ludens, Huizinga si sofferma a considerare un aspetto del gioco, il barare. E le sue considerazioni sono inaspettate. Premesso che gioco è in definitiva ogni attività che preveda dei ruoli e delle regole, e quindi in qualche modo la stessa nostra esistenza è un gioco (e certo lo è per gli Indiani, che definiscono la vita "Lila": il gioco del mondo, appunto), Huizinga espone l'apparentemente ovvio ma mai considerato in tutta la gravità che nessun imbroglio è tale fino a che non viene scoperto. Scoperto in modo inconfutabile e quindi degno di sanzione. Sembrerebbe, dicevamo, ovvio. Ma non lo è affatto. In quanto così considerato diventa esso stesso una particolare, anomala regola, il cui dolo diventa tale solo nel momento in cui "non funziona più ovvero viene "osservata". E quindi, prendendo a prestito un termine della fisica quantistica, "collassa". La conseguenza, portando agli estremi la questione, è il "cambiamento di stato etico" di un'azione. "Osservare qualcosa" significa dunque prendere atto della sua esistenza e, nella nostra personale esperienza, letteralmente metterla in essere. Ciò vale certamente per le vicende sociali e politiche, ma anche per noi singoli individui. L'esame di coscienza può aiutarci a svelarci quanto ci "autoinganniamo" (Nietzsche) sulle motivazioni delle nostre azioni, sui nostri pensieri.