I quotidiani pasquali (domenica 9/4) ci hanno offerto sei diverse immagini della Pasqua affidate a sei diversi interpreti: una scrittrice e un drammaturgo, uno psicanalista e un giornalista, un frate francescano e un padre gesuita. Sulla “Stampa” padre Enzo Fortunato, il francescano, racconta «La passione dell’Ucraina», dove è stato in missione umanitaria con un messaggio del Papa racchiuso in queste parole: «Dio non è crudele, Dio coccola. È l’uomo che, quando si sente Dio, diventa crudele». Parole, scrive padre Fortunato, «che ci hanno guidato e aiutato a comprendere l’assurdità di questa guerra cruenta»: una sconfitta per tutti. Sul “Corriere” Beppe Severgnini, il giornalista, fa notare che «Pasqua è una festa sottovalutata», non dai credenti ma «dalla società». Eppure è «un’occasione potente» per ricordare «la sconfitta della morte e la vittoria della vita». La festa sottovalutata diventa a questo punto occasione per ricordare i tragici dati della denatalità in Italia. Volano alti sulla “Repubblica” Stefano Massini, il drammaturgo, e sul “Corriere” Susanna Tamaro, la scrittrice. Massini conclude la rassegna di sei personaggi della Via Crucis commentando il Gesù risorto di Tiziano Vecellio, a braccia spalancate e le gambe che prendono lo slancio, titolo: «Il figlio del Padre che dopo la morte non finì di danzare». Un Cristo danzante come Artyom Datsishin, «primo ballerino dell’Opera Nazionale dell’Ucraina», morto in ospedale a Kiev dopo essere stato tra i feriti dei primi bombardamenti. Conclusione: «Alla fine sta tutta qui la potenza eversiva del cristianesimo, ahimè cristallizzato in una liturgia che s’è fatta sclerosi, il cui nucleo era e resta: io e voi non ci perderemo, nel tempo, come lacrime nella pioggia. E Artyom Datsishin danzerà ancora». Tamaro – titolo: «Vedere il mondo con gli occhi dell’anima» – muove da par sua dal significato di “Pasqua” come “passaggio”, verso la contemplazione di «un’altra dimensione del tempo». Recalcati, lo psicanalista, sulla “Stampa” ricorda che «la Pasqua sconfigge il nulla». Infine padre Spataro, il gesuita, sul “Fatto” commenta come di consueto il Vangelo della domenica. Sei diversi approcci, che si aggiungono alle migliaia degli ultimi due millenni, perché questa è la Pasqua: la stessa Salvezza annunciata a uomini sempre diversi.
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