La notizia, dal Belgio, della prima eutanasia di minore (in realtà, suicidio assistito) e, dopo dieci giorni, della nascita in Messico di un bambino (Abrahim Hassan, che ora ha 5 mesi) con un solo padre ma con due madri (una ha fornito il proprio mitocondrio) ha fatto sussultare i giornali. Con poche eccezioni i quotidiani se la sono cavata con i consueti due commenti: uno a favore l'altro contro, alla pari. Una soluzione comoda per non scontentare i lettori dell'uno e dell'altro parere. Forse mancava il coraggio delle proprie idee? Del resto, gli “scienziati” hanno ammesso – scrive Il Corriere della Sera, mercoledì 28 – di aver «effettuato il trattamento genetico in Messico, dove non ci sono divieti» (si noti il “trattamento genetico”: l'Antilingua usata per non dire concepimento artificiale, che fa impressione). Il Corriere scrive che si tratta di «scienza che libera da una natura che non è benigna», mentre La Repubblica raccoglie anche l'«approccio etico» del team americano: «Non abbiamo distrutto embrioni e tra i 5 fecondati abbiamo scelto un maschio», perché il suo seme non dà i problemi del mitocondrio. E gli altri quattro concepiti? Non erano forse altrettanti esseri umani ora a rischio di finire in un gelido dimenticatoio a meno 196 gradi o di essere gettati nel lavandino? Tanti auguri al piccolo Abrahim, sperando che non venga a sapere che la sua nascita è costata la vita di quattro suoi fratellini. Erano sani, ma la scienza li ha sacrificati in nome dell'etica. Civiltà? Nell'antico Messico, prima e dopo l'arrivo dei colonizzatori, la religione degli Aztechi – narrava nella sua Relazione sullo Yucatàn il vescovo missionario francescano Diego de Landa, spagnolo, intorno all'anno 1566 – esigeva crudeli sacrifici umani di schiavi o dei figli piccoli del villaggio come necessario alimento dei templi antropofagi che ancora oggi i turisti ammirano. Che differenza c'è?SAVIANO E CAVOURTredici pagine dell'Espresso per sostenere la liberalizzazione della cannabis con un titolo che rimanda, in modo in fondo offensivo, addirittura a Camillo Cavour: «Libera canna in libero Stato». La marijuana allo stesso livello della Chiesa? Non basta, perché è chiamato in causa anche Alessandro Manzoni con secondo titolo: «Questa legge s'ha da fare». E, per finire: «Qui cresce l'erba dei clan». In caso di legalizzazione, occorrerebbe un altro analogo slogan: «Libera droga in regalo alle cosche».FO E LE SCIMMIEIl Fatto Quotidiano (che però pubblica ogni domenica un buon commento al Vangelo) annuncia un libro di Dario Fo: «Darwin. Ma siamo scimmie da parte di padre o di madre?». A questo titolo Il Fatto antepone il suo giudizio: «La Genesi era sbagliata». Doveva dunque raccontare la creazione della prima coppia di scimmie?