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Se l'eccesso burocratico anestetizza la morale

Alfonso Berardinelli venerdì 30 aprile 2021
A giudicare dalla frequenza e naturalezza con cui la parola "burocrazia" viene associata all'idea di inefficienza, inutile complicazione e misteriosa lentezza, ci si chiede perché l'organizzazione dell'agire sociale finisca per ostacolare questo agire. Stato e società, politica, idee e valori si scontrano con gli apparati burocratici attraverso cui ogni progetto deve attuarsi. Si combatte accanitamente in parlamento per approvare certe leggi, poi dopo anni ci si accorge che la legge c'è, ma non viene applicata. Si dice che le burocrazie che non funzionano incoraggiano la corruzione dei funzionari: ma è anche questa corruzione a rendere inerte la burocrazia. Il paradosso è che il più famoso teorico della burocrazia moderna e del suo ruolo, Max Weber (1864-1920) ne parla come di una razionalizzazione specializzata di procedure formali, in vista dell'efficienza operativa con cui le decisioni politiche ed economiche devono essere attuate. Ma già qualche decennio dopo Weber, con Theodor Adorno e Ivan Illich, le burocrazie amministrative vengono giudicate male in quanto astrazioni procedurali che svuotano di realtà e autenticità sia le iniziative sociali e politiche che le attività culturali. Fin dall'antichità ogni Stato e impero aveva le sue burocrazie. Ma è fra sei-settecento, con lo Stato assoluto e poi con lo sviluppo del capitalismo borghese, che la vita sociale è stata capillarmente razionalizzata allo scopo di controllarne l'efficienza e lo sfruttamento economico. Il fatto è che quando i mezzi e i metodi si moltiplicano e ingigantiscono rispetto ai fini e sono gestiti da caste di funzionari indifferenti ai fini, allora le burocrazie diventano "alienanti", kafkiane macchine procedurali lente e complicate il cui stesso linguaggio è "esoterico" e sembra concepito perché al comune cittadino ne sfugga il senso. Così, oltre ai funzionari in cui la burocrazia si incarna, nasce una burocrazia aggiunta e a sua volta inevitabile: quella degli interpreti specializzati che mediano fra i cittadini e i burocrati, e non si riesce più a fare a meno di commercialisti, consulenti fiscali e amministratori di condominio e altro... La mediazione di procedure legali minaccia ormai di rendersi necessaria anche nei rapporti d'amore, oltre che negli scambi commerciali e professionali. Lì dove la sensibilità morale manca, arriva la correttezza legale e con essa la burocrazia. Ma quando quest'ultima è inevitabile e onnipresente, la sensibilità morale si atrofizza come un organo senza funzione.