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Se il mondo giovane cancellerà i nostri errori

Maria Romana De Gasperi sabato 23 maggio 2020
Non conosciamo con certezza la misura del tempo perché per ognuno esso ha una importanza diversa: a volte l’attesa di una notizia può avere un peso insopportabile, per altri invece avrà il colore trionfante del sole. La sua misura cambia a seconda dell’età di chi lo aspetta, di chi lo cerca, lo teme, ne fa un progetto. Può avere colori diversi, musica e assonanze differenti, tempo lungo o troppo breve, come sparire in un attimo senza lasciare la strada per rintracciarlo. A volte le sue ore non passano mai, sono incolori, inutili e prive di senso perché non si sa come usarlo. C’è chi lo perde perché si attarda nel sonno, chi non gli da valore perché immagina ritorni come un sogno ripetuto. Chi pensa a gode di una vitalità ripetitiva e mai perduta, che sia facile riprenderlo senza pagarne la via. Niente ritorna con l’abito dello stesso colore, con la ricchezza piena appena lasciata, con il grido di una vittoria perché il tempo vuole il suo spazio nuovo ogni volta e il suo ripetere non cancella ciò che ha già goduto. La gioventù che oggi corre per le strade ha bisogno di riprendere l’aria perduta ed è disposta a rischiare il futuro per un grido di vittoria. Niente aveva mai nei secoli passati scomposto il mondo in tale misura e con tale violenza. Né guerre, né rivoluzioni promosse dall’uomo come terremoti e violenze del tempo avevano sconvolto con tale forza e veloce cammino la vita dei popoli del mondo. Quando saremo riusciti a fermare questo invisibile nemico, il nostro mondo sarà costretto a cercare il modo di essere diverso da quello che oggi viviamo. L’umanità dovrà cambiare il giudizio sul proprio modo di vivere, trovare un equilibrio nuovo e sarà proprio il mondo giovane a cancellare i nostri errori, a dare un senso più umano, più condivisibile, più giusto agli anni che verranno. Questo vento di dolore che sta attraversando la terra racconta all’uomo il grande valore della vita che lasciamo perdere con tanta facilità per lotte inutili, per invidie, per quelle cha chiamiamo ricchezze che guardate con il senso di poi sono quei pezzi di pietre colorate di cui erano arricchite le maschere dei faraoni, le corone dei nostri imperatori medioevali fino alle corone dei nostri ultimi re. La pietà ha trovato in questi mesi di dolore un immenso respiro tra gli uomini e le donne che hanno offerto le proprie mani alla pena degli altri. Mai abbiamo visto nella storia del mondo tale quantità di pazienza, di aiuto, di condivisione alla sofferenza degli altri come in questi mesi di grande e inaspettata pandemia. Questo ci fa pensare che qualcosa di superiore alle nostre modeste forze umane darà il respiro al nostro mondo finché la vera pace, la comprensione, l’aiuto faranno parte finalmente di un tempo dove si cercherà l’amicizia al posto dell’odio, la riconoscenza al posto dell’invidia. Grazie sorelle infermiere, amiche della carità, donne della pazienza e del sorriso regalato mentre il cuore piangeva, a voi dobbiamo molto.