Si apre domenica Vinitaly, la fiera internazionale del vino che ospiterà a Verona oltre 4 mila produttori. Gli stessi che nel 2022 hanno portato a 8 miliardi di euro la cifra di export nel mondo, (il 12% in più dell’anno precedente). E siamo alla 55esima edizione, ma anche alla prima del Masaf, che è l’acronimo del ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, che attraverso il ministro Francesco Lollobrigida ha dovuto subito ingaggiare una serie di battaglie per difendere un prodotto complesso, che ha pure contorni di carattere sociale e culturale. Lo dico pensando al Decreto flussi, operativo lunedì, per autorizzare la manodopera di 82.705 soggetti extracomunitari di cui il 50% impiegato in agricoltura e nel settore turistico. Ora, dopo l’esordio che ha esaurito le disponibilità in un’ora, col triplo di richieste rimaste fuori, le associazioni di categoria sostengono che andrebbe riaperto, anche se messa così sembra solo una questione di numeri, mentre si tratta di uomini e donne che proprio nella vigna hanno incontrato quella che si chiama l’integrazione possibile. In questi anni ho raccolto storie di gente che s’è riscattata imparando un mestiere e che ha aiutato la propria famiglia di origine per non partire. Ma hanno anche occupato, dietro affitto, abitazioni che nessuno voleva e che i vignaioli di casa nostra hanno dotato di acqua, elettricità e tutto ciò che serve a costruirsi una famiglia. Famiglia, appunto, questo si sente dire spesso di alcuni di loro, che magari hanno mostrato attitudini che non ci si immaginava e sono diventati parte integrante, anche nell’enoturismo, che è fautore di un ulteriore flusso di relazioni. Il vino è questo e molto altro, se penso che fra due giorni, sempre a Verona, si inaugura Vinitaly and the City, che è il fuorisalone della grande fiera (fino a lunedì 3 aprile), dove dal vino si arriverà a Dante con la mostra “Disposti a salire le stelle - Il Purgatorio cantica del perdono” di Franco Nembrini, fino alla musica, con il lancio della wine guitar realizzata con la botte di castagno da Fabrizio Paoletti, liutaio di Springsteen e di altre star. Nelle piazze di Verona si assaggeranno, fra i tanti, i vini di ViVite (le Cantine Cooperative italiane) portati da Alleanza Cooperative, ossia il nerbo della produzione viticola nazionale che sta in piedi, oggi, ancora grazie a quell’integrazione di cui parlavamo. Che va perseguita proprio come strategia politica. È il modo ideale per aiutare la gente di altri popoli e costruire un futuro anche a casa propria. Come fu per noi a inizio ‘900. Remember?
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