Se i presidenti non fanno vacanze, attenti a quelle degli elettori
Cambiando nome queste righe si potrebbero applicare alle giornate del Presidente del Consiglio di oggi costretto a lavorare senza un futuro certo sia personalmente che per una nuova avventura del suo partito. Come dovremmo votare, mi chiede già qualche persona che negli anni scorsi si è limitata a scorrere le riviste di moda dando solo qualche sguardo al giornale del marito o seguendo mentre pranza o con gli amici i film della televisione. Le votazioni sono l'unico atto che ci viene richiesto per esprimere il nostro pensiero sul tipo di vita che vorremmo avere per noi e i nostri figli. L'unica vera possibilità offerta a tutto il popolo di scegliere, di giudicare, di dare un premio o un castigo a chi ci ha governato finora oppure a chi ci presenta un programma nuovo. Una grande responsabilità è su di noi che troppo spesso non ci informiamo a fondo delle azioni positive o negative di chi ci ha governato fino ad oggi. Non si può non andare a votare per dispetto alle autorità con le quali forse non si è stati d'accordo. Non si può non andare con la ragione di non conoscere bene chi si presenta al voto, vi è sempre il modo di procurarsi notizie certe. È pesante lo so ascoltare discorsi, leggere giornali e scritti di vari partiti. Ma solo se preparati si ha poi il diritto di giudicare e di manifestare la propria opinione.