Il sole, il giorno, la notte che giocano con il tuo spirito che si difende, cerca d'intrattenere per se stesso le ragioni per le quali è stato inventato, pensato, reso necessario, utile, indispensabile. E sembra che nel cielo la lotta non abbia un attimo di pietà, uno con l'altro, quasi questa guerra infinita sia l'unico compito ricevuto da rendere a questa umanità, che per questa ragione, sembra diventare sempre più insicura e incerta. Una strana sensazione forse colpisce più la gente delle città che non vede crescere nella campagna con quale fatica si chiede alla terra di far nascere e poi morire, e infine nascere ancora ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Per vivere? Per crescere, per cantare, per correre, leggere, amare, ma anche per odiare, uccidere, così come è sempre stata la storia del mondo. La facilità delle comunicazioni che l'umanità si è costruita ha reso le idee dell'umanità più vicine, trasmissibili e quasi uguali, ma si sta perdendo l'amore, la collaborazione, la pace, trattenendone piccole parti con grande fatica di pochi. Eppure se ti guardi alle spalle vedrai nel silenzio chi lavora da solo portando sul viso un piccolo sorriso; vedrai chi ha le lacrime agli occhi, ma sosterrà il vicino che cammina male. Porterai tu fra le braccia il bambino che dorme nel suo dolore, accarezzerai chi sta perdendo la vita. La tua anima canterà piano per tutti e la strada tra i sassi piegherà i tuoi piedi, ma quei bambini ai quali la guerra ha tolto la vita sapranno cantare con te. Bisogna saper vedere anche il bene nella vita, il buono, il piacevole perché la terra non è stata inventata come una pena e un castigo, ma una prova d'amore verso dio. Se sbagliamo avremo ognuno di noi il proprio castigo, ma anche la pietà e l'amore di Dio. Mi piacerebbe pensare alle mie favole di bambina, quando ci raccontavano che gli angeli facevano il girotondo alla sera attorno ai bambini buoni e scuotevano le ali per invitare l'aria fresca quando l'estate aveva riscaldato troppo la stanza. Sogni, favole non vere? Non era bello forse chiudere gli occhi sul cuscino stirato dalla nonna? Che dolore oggi vedere quei bambini trascinarsi con i piedi scalzi sulla terra o tra i sassi trattenendo le lacrime e la fame. Quello che ancora non è chiaro nella sua misura è il programma della loro vita che il mondo non ha ancora chiaro nella mente e nel cuore. Viene distribuita in parte la minestra per sopravvivere, quella che a noi non serve, ma come far crescere la conoscenza, la realtà, la vita? Come sarà vivere nel mondo futuro? Sarà forse ricostruire coraggio e nuove strade; dimenticare invidia e usare pietà? Sarà camminare con la mano nella mano e dire all'altro, ogni giorno, "ti amo".