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Scuola, in vista le pensioni del 2025

Vittorio Spinelli martedì 8 ottobre 2024
E ntro lunedì 21 ottobre il personale della scuola, interessato al pensionamento, deve comunicare la cessazione dal servizio con effetti dal 31 agosto 2025 e in seguito chiedere all’Inps l’assegno mensile dal 1°settembre 2025, decorrenza unica e obbligatoria. Lo ha stabilito il ministero dell’Istruzione e del Merito con la nota 150796 del 25 settembre scorso. Fra i docenti interessati sono compresi anche gli insegnanti di religione cattolica. La scadenza del 21 ottobre vale anche per chi, dopo valutazioni personali, ritiene di do-ver revocare la cessazione già inoltrata. È sempre valida inoltre la facoltà di anticipare la domanda di cessa-zione dal servizio per chi raggiunge i requisiti per la pensione solo dopo l’inizio dell’anno scolastico e che sarebbe quindi costretto ad attendere il settembre del 2026 per il pensionamento. Si tratta in genere dei docenti che compiono l’età dei 67 anni tra settembre e dicembre 2025 ma avendo già tutti i contributi necessari. Tutte le domande devono essere inoltrate esclusivamente con la procedura web Polis “istanze on line”. Quest’anno il Ministero ha aggiunto alle cinque istanze, utilizzabili per le consuete modalità di cessazione dal servizio, una sesta istanza riferita in particolare a “opzione donna” in base a requisiti maturati entro di-cembre 2021, oppure entro dicembre 2022 o dicembre 2023. Aggiornato anche il pensionamento con l’ “Ape sociale”. L’anticipo è stato previsto, a titolo sperimentale, ancora fino a 31 dicembre 2024. Tuttavia con un innalzamento dell’età minima a 63 anni e 5 mesi e confermando le attività gravose o altre condizioni per accedervi. Il ministero precisa che le lavoratrici interessate a “opzione donna” con esito positivo e che richiedono in seguito l’Ape entro lo scaglione del 31 marzo 2025, potranno rinunciare alla richiesta per l’ “opzione” già presentata. È prossima infine la scadenza dell’Accordo Quadro con le banche e altri istituti di credito che consente ai dipendenti che vanno in pensione con quota 100 o 102 o 103 di ottenere, con finanziamento agevolato, un anticipo delle indennità di fine servizio (tfr/ tfs secondo i casi) per non oltre 45.000 euro. Per le convenzioni ora in scadenza sono in corso contatti con i Ministeri competenti e con l’ABI per concordare un’ulteriore proroga in continuità con il precedente Accordo. © riproduzione riservata