Riscuotono oggi il primo assegno mensile i dipendenti della scuola (docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari) che lo scorso gennaio hanno comunicato alla propria amministrazione la decisione di lasciare il servizio e che a giugno hanno poi fatto regolare domanda di pensionamento all'Inps. Nel complesso hanno lasciato ieri il posto di lavoro circa 29 mila unità (tra i quali anche 150 docenti di religione), con un incremento del 40% rispetto all'analoga situazione registrata a settembre del 2014. È evidente che sulla corsa alla pensione hanno pesato gli annunci su sostanziali ritocchi che saranno apportati alle regole della riforma Fornero e, in particolare, le indecisioni del Parlamento e del Governo su questioni che sono da anni in attesa di una soluzione: quota 96, precari, opzione donna, esodati residui ecc. Coefficienti. La fuga dall'insegnamento sarebbe stata ancora più ampia se all'inizio del 2015, al momento di decidere l'attuale uscita dalla scuola, i dipendenti interessati avessero avuto notizia della prossima riduzione dei coefficienti che nel calcolo contributivo determinano l'importo della pensione, riduzione che andrà in vigore a partire dai trattamenti di quiescenza da liquidare nel 2016. I coefficienti ridotti si applicheranno quindi solo sui pensionamenti della scuola con decorrenza 1° settembre 2016 e successive. Gli attuali neo pensionati, sia d'ufficio sia a domanda, hanno pertanto usufruito ancora dei vecchi coefficienti, più favorevoli e, senza saperlo, hanno schivato una perdita sull'importo dell'assegno, stimabile tra i 100 e i 300 euro secondo la situazione personale.Opzione donna. È in vista la desiderata soluzione al problema "opzione donna" (requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2015: 35 anni di contributi, 57 di età, pensione tutta contributiva), bloccata da una interpretazione dell'Inps che aggiunge tra i requisiti anche la decorrenza dell'assegno entro il 2015. E' in calendario, dal prossimo 9 settembre, l'esame di un apposito provvedimento presso la Commissione Lavoro della Camera, e a seguire del Senato, entrambe in sede deliberante. Le lavoratrici interessate potranno usufruire della favorevole novità andando in pensione da subito o nei mesi a seguire. Invece – ultima beffa – le insegnanti dovranno attendere ancora la tornata dei pensionamenti del 2016; a meno che nel provvedimento annunciato venga inserita una espressa eccezione per le docenti che, pur maturando i requisiti entro il prossimo dicembre, siano ammesse a lasciare il servizio entro questo mese, anche se nel frattempo le lezioni del nuovo anno scolastico saranno iniziate da pochi giorni.