Scudo contro i pericoli cyber
Il primo obiettivo dell'Agenzia sarà quello di colmare rapidamente questo vuoto: cercando di proteggere le funzioni essenziali dello Stato italiano da minacce informatiche, mediante lo sviluppo delle competenze e delle tecnologie necessarie, e più ampiamente alzando il livello di protezione di dati e sistemi di controllo delle Pubbliche Amministrazioni, delle aziende strategiche e in ultima analisi di tutti i cittadini italiani.
Per inquadrare lo status quo bastano due numeri. Il primo l'ha fornito nei giorni scorsi il Ministro dell'Innovazione Tecnologica Vittorio Colao, denunciando che almeno il 95% dei server delle Pubbliche Amministrazioni oggi non è in sicurezza. Non è molto migliore la situazione delle imprese: è stato calcolato dal precedente Governo che le imprese italiane, a fronte di 1,3 miliardi investiti per la sicurezza informatica, subiscono ogni anno danni per 7 miliardi di euro a causa di attacchi digitali (stima che pecca molto per difetto, vista la naturale ritrosìa nel denunciare pubblicamente un attacco da parte di chi lo subisce).
A fronte di tutto ciò, occorre riconoscere che l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale nasce nel modo migliore. Per almeno tre motivi. Il primo: l'Agenzia viene collocata sotto la diretta responsabilità del Presidente del Consiglio e non più sotto il controllo dei Servizi, attribuendo all'organismo un'importanza adeguata alla complessità della sfida. Il secondo fattore positivo è il modello adottato, basato su una partnership profonda, strutturata e continua tra pubblico e privato. Il terzo motivo consiste nella trasversalità della missione affidata all'ACN: costruire un modello di gestione del rischio cyber resiliente a tutti i livelli, definendo obiettivi strategici, regole di ingaggio e standard di gestione prima per gli operatori dei servizi essenziali del nostro Paese, a cascata per l'intero sistema Italia.
Tra gli obiettivi non attribuiti all'Agenzia, c'è quello di formare e informare gli italiani sui rischi che corrono ogni giorno sul fronte della sicurezza informatica. Ma questa è in realtà un'auto-responsabilità di tutti noi. Sarà meglio esercitarla prima possibile.
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