In un'Italia in cui si legge sempre meno, avventurarsi in un viaggio letterario per raccontare l'Europa attraverso i suoi migliori scrittori è di per sé un atto di coraggio. Lo è ancora di più se a proporlo è la televisione, che, pur avendo con la letteratura un debito d'origine per i famosi vecchi sceneggiati e un debito presente per le nuove serie, va poco oltre la considerazione dei libri come fonte di ispirazione per le proprie storie. Qualche programma sulle novità in libreria a dire il vero esiste, qualcuno è fatto pure bene, ma il pubblico coinvolto è sempre un pubblico di nicchia. Lo stesso, forse addirittura in parte, a cui ogni mercoledì alle 21 (con repliche il sabato alle 22) si rivolge LaEffe con quattordici puntate dedicate ad altrettanti Paesi europei, sotto al titolo Writers of Europe, con interviste a Henning Mankell (Svezia), Orhan Pamuk (Turchia), Bernhard Schlink (Germania), Roddy Doyle (Irlanda) e molti altri. Partenza in casa con Erri De Luca e Claudio Magris, che con le loro testimonianze hanno percorso la storia, l'evoluzione politica, culturale e sociale del nostro Paese, anche se, come afferma Magris, «La patria letteraria del mio essere è l'Europa». Nonostante questo, i due scrittori italiani hanno anche raccontato le proprie città (Trieste e Napoli), i propri rituali, gli affetti, i ricordi familiari e la vita quotidiana. Poi è stata la volta dell'Austria con le interviste a Josef Winkler, Robert Menasse e Arno Geiger, che hanno parlato di un Paese lacerato dalle contraddizioni, ma che rimane sempre uno dei più interessanti d'Europa dal punto di vista culturale. Mercoledì scorso è toccato alla Grecia (con i contrasti che contraddistinguono e fanno vivere Atene) e all'Ungheria. Ospiti, rispettivamente, Petros Markaris ed Ersi Sotiropoulos, Péter Esterházy e Péter Nádas. La prossima settimana sarà di scena l'Inghilterra con Martin Amis. Una cinquantina di minuti a testa, come prevede questo format forse un po' statico nella realizzazione e nel montaggio, ma interessante nel parlato: il racconto degli scrittori. E non potrebbe essere diversamente trattandosi di un viaggio letterario e fisico nel nostro Continente attraverso le parole di chi scrivendolo l'ha raccontato. Del resto, come recita il promo: «La finzione narrativa dice sempre la verità, perché tutti i mondi possibili nascono dal mondo reale».