Scaffale basso. Gli orsi del cuore e la carota dei sogni
Fresco di stampa arriva in libreria, grazie all’editore Camelozampa, un grande classico dell’albo illustrato: L’Orso (16,90 euro) di Raymond Briggs autore tra i più apprezzati e premiati, maestro dell’illustrazione. Una storia piena di tenerezza l’avventura di Tilly, una bimbetta che andata a nanna con il suo adorato orsetto di peluche si ritrova al fianco un enorme orso polare entrato di soppiatto dalla finestra nella sua cameretta e deciso a infilarsi nel suo letto.
Per Tilly è una dolce sorpresa: l’orso è grande, ha denti aguzzi e artigli affilati ma è mansueto, morbido e soffice, impacciato e un po’ goffo nella difficoltà di sistemare la propria mole nel lettino. Farsi coccolare da lui è un’esperienza talmente dolce e appagante che il peluche finisce in un angolo. L’orso diventa un amico da cui non separarsi più. Un ospite fisso da accudire e non segretamente, perché Tilly racconta tutto a papà e mamma che stanno al gioco sicuri che quelle della bambina siano solo fantasie. Tocca ai lettori capire se sia davvero così. Resta il fatto che Briggs confeziona una favola che parla di amicizia, di cura, di fantasie e di pensiero magico ma anche di distanze tra il mondo adulto e le parole dei bambini. Dai 4 anni
Nessun punto di domanda chiude la lunga frase che dà il titolo a questo albo firmato da Zidrou, autore e sceneggiatore di fumetti belga, e illustrato da Sébastien Chebret: Perché un giorno bisogna decidersi a lasciare il proprio orsetto (Pulce edizioni; 13,50 euro). Ovviamente si tratta di un paradosso che non troppo tra le righe racconta di nuovo la distanza tra il pensiero adulto e quello bambino. Come non condividere quelle lacrime che scendono sul viso del piccolo protagonista mentre la mamma gli prefigura una condizione essenziale per diventare grandi. E cioè disfarsi del proprio orsetto. L’amico del cuore di una vita che conosce in profondità il suo bambino, ne condivide fin dalla culla gioie e dolori.
Perfette per una lettura ad alta voce e condivisa, queste pagine pongono interessanti interrogativi ai papà e alle mamme. A quale crudele rito deve cedere l’infanzia per entrare nel mondo adulto? A quale operazione di dimenticanza devono sottoporsi i bambini per diventare ometti e donnine? Il discorso rischia di portare lontano, esagerando un po’, in quella sottocultura che non ha ben chiaro che cosa sia l’infanzia e cosa occorre per crescere. In ogni caso, ritornando all’albo, di pagina in pagina con un crescendo di rischi, si scopre la ridicola catastrofe cui si va incontro se non ci si libera in tempo, per avvenuti limiti di età, dell’orso. Un divertente finale a sorpresa interroga ancora gli adulti. Maschi e femmine dovranno affrontare uguali rinunce? O ai maschi sono richieste prove di coraggio più estreme? Conforta la dedica dell’autore Zidrou: “Ai miei orsetti che non abbandonerò mai”. Dai 4 anni
Un bambino pianta un seme di carota e con fede incrollabile se ne prende cura. Strappando le erbacce e innaffiandolo con pazienza, aspettando di veder spuntare un germoglio. Contro tutto e tutti. Papà, mamma e persino il fratello continuano a ripetergli che da quel seme non sarebbe mai spuntato nulla, ma lui sa che non sarà così. Che quel seme prima o poi darà il suo frutto. La sua tenacia sarà premiata, proprio come lui aveva sperato e immaginato… Questa in estrema sintesi la trama di un libriccino che ha fatto storia. Un seme di carota, pubblicato in America nel 1945 da Harper & Brothers, firmato da due grandi della letteratura per l’infanzia, Ruth Krauss e Crockett Johnson (creatore di Harold e la matita viola, pubblicato da poco da Camelozampa) coppia nel lavoro e nella vita, è arrivato per la prima volta in Italia grazie all’editore Topipttori (14 euro).
Ruth Kraus scrisse la storia pensando a una conversazione con il proprio vicino di casa di cinque anni e suo marito che era già un illustratore affermato lo illustrò. Ne è nato un piccolo volume essenziale a quattro colori di 32 pagine e poco più di cento parole e un tratto essenziale. Un gioiellino diventato presto simbolo della tenacia e della caparbietà nell’inseguire i propri intenti e un fenomeno letterario anche grazie a un tam tam che funzionò meglio di qualsiasi campagna di marketing organizzata. Un lettore entusiasta inviò alcune copie a San Francisco dove si teneva la Conferenza Internazionale per l’Organizzazione delle Nazioni Unite in cui rappresentanti di cinquanta nazioni nel giugno di quell’anno avrebbero firmato la Carta delle Nazioni Unite. Un imprenditore mandò centinaia di copie a dirigenti di altre aziende che ne regalarono come in una catena di Sant’Antonio tante altre ai prorpi dipendenti e collaboratori. Ma ci fu anche un interessante incidente editoriale nella promozione del libro da parte dell’editore Harper che pubblicizzava The carrot seed come “illustrato da Crockett Johnson e scritto da sua moglie”. Krauss, ovviamente furibonda, protestò e l’editore fece un passo indietro. Chi volesse leggere in modo più approfondito i particolari più curiosi della storia del libro può farlo nel blog di Topipittori alla pagina https://www.topipittori.it/it/topipittori/c%C3%A8-sempre-un-posto-dove-qualcuno-ti-aspetta