Scaffale basso. Cara figlia, te lo racconto io il Gattopardo...
“Il Gattopardo” è entrato nella vita di Maria Antonietta Ferraloro quando lei aveva 13 anni. Era alle medie e il professore di lettere aveva suggerito ai suoi alunni di leggerlo durante le vacanze, assicurando che quel libro “era talmente bello che avrebbe lasciato una traccia duratura” nei loro cuori. Allora, benché la ragazzina fosse una buona lettrice, quelle pagine rappresentarono una scoglio insormontabile e furono messe da parte . Dopo qualche anno però, la previsione del professore si avverò. E la storia andò in tutt’altro modo. “Lo lessi tutto d’un fiato. Me ne innamorai perdutamente e per sempre”.
Ricercatrice, docente all’Università di Catania e saggista, per Maria Antonietta Ferraloro Il Gattopardo e il suo autore, Giuseppe Tomasi di Lampedusa sono “una storia d’amore” cui ha dedicato studi che hanno permesso di ricostruire periodi poco noti dello scrittore e tre saggi molto apprezzati dalla critica. Complice l’anniversario della scomparsa dello scrittore – sessant’anni dalla morte e, nel 2018, i sessanta del suo capolavoro, pubblicato postumo – arriva in libreria un altro lavoro della studiosa, questa volta dedicato ai ragazzi. Il Gattopardo raccontato a mia figlia, illustrato da Giulia Rossi, inaugura la collana “Scrittori del Novecento” targata La Nuova Frontiera Junior (13,50 euro), “una piccola biblioteca di grandi autori del ‘900, raccontati - come spiega l’editore – attraverso la loro vita e le loro opere da scrittori e studiosi contemporanei che, da veri appassionati, dichiarano apertamente il loro amore e la loro gratitudine nei confronti di questi maestri”. È il contagio della bellezza di una lettura che come ogni passaparola, può incuriosire e spingere i più giovani ad avvicinare storie e autori troppo spesso “ammazzati” dai lavori scolastici precoci. Quello che Maria Antonietta Ferraloro regala ai ragazzi è, oltre alla presentazione del romanzo, un ritratto personale e familiare di Tomasi. Il giovane riservato e sensibile, segnato profondamente dall’orrore delle due guerre mondiali cui gli toccò partecipare. L’uomo problematico, silenzioso, isolato e schivo di ogni mondanità. Il viaggiatore, il lettore accanito e infine, anche grazie al sostegno della moglie, l’intellettuale e il maestro di grande nobiltà d’animo, aperto negli ultimi anni della sua esistenza all’insegnamento e all’amicizia con i suoi giovani allievi. E che preludono alla scrittura del suo capolavoro: storia di amore e morte, di un connubio difficile tra vecchia aristocrazia al tramonto e nuova borghesia in ascesa sullo sfondo del Risorgimento, dentro un mondo che cambia per rimanere sostanzialmente e fermamente lo stesso. Un assaggio letterario per i ragazzi, quello di Maria Antonietta Ferraloro, in attesa che maturi l’interesse per il romanzo che, come i frutti di stagione, al tempo giusto si potrà gustare in tutta la sua dolcezza. Seconda uscita della collana Lo scoiattolo della penna. Ovvero Italo Calvino raccontato da Giorgio Biferali. Dai 14 anni.
Ancora una riscrittura. Il punto di partenza è uno dei classici più conosciuti del passato: “I viaggi di Gulliver”, un romanzo che fin dalla sua pubblicazione nel 1726 ottenne grande popolarità come opera destinata a un pubblico di bambini mentre in realtà, dietro la fantasiosa e paradossale storia d’avventure l’irlandese Jonathan Swift nascose, a uso degli adulti, una feroce satira politica e sociale. Una pesante critica alla società inglese del tempo, ai perfidi giochi di potere tra gli Stati, alla meschinità dei comportamento umani e collettivi, all’assurdità della guerra e alle cavillose dispute giudiziarie e religiose dell’epoca.
La storia è nota, si tratta delle incredibili avventure di tale Gulliver, ex medico diventato marinaio, imbarcato con il desiderio di cambiare vita su navi dirette nel sud del mondo che, colpite da terribili tempeste fanno naufragio. Sopravvissuto alle burrasche l’uomo approderà prima nell’isola di Lilliput, prigioniero di minuscoli uomini alti pochi centimetri, permalosi e vendicativi, poi nel paese dei Giganti, dove proverà cosa significa sentirsi piccoli e indifesi. Convivenze difficili in entrambi i casi. Raccontato da Mary Webb e illustrato con tratto ironico da Lauren O’Neil, entrambe irlandesi, Gulliver. Da Jonathan Swift è pubblicato nella collana Contemporanea di Mondadori. Dagli 11 anni
Eccellente idea, quella di Lo edition di ristampare quel delizioso albo che è Matilde e Orso (14 euro), un volume del 2010, manifesto poetico sull’infanzia che non smette di intenerire i cuori. Scritto da Jan Ormerod e illustrato con i delicati acquerelli di Freya Blackwood la storia racconta della piccola Matilde, bimbetta esuberante, capricciosa, lunatica e tirannica come sanno essere i piccolini, e di Orso, un tenero compagno di vita e giochi: amico, padre, fratello, nonno, forse solo amico immaginario…
Cinque episodi di vita quotidiana, dalla merenda al giro in bici – lui che pedala lei dentro il cestino – dal litigio ai malumori del ritorno a casa dopo una passeggiata ci mostrano gli aspetti più intemperanti dei comportamenti bambini, l’egocentrismo, le allegrie e le ombrosità, gli accessi di ira, il loro mondo magico e onnipotente. Fa da contraltare la pazienza tenace di Orso sempre pronto ad assecondare con massima calma gli umori e le bizzarrie di lei. A lasciarne smorzare la collera, i musi e le stranezze, a consolarne con cuore le tristezze. Senza mai agire d’impulso e dimostrando un affetto a prova di tutto. Bellissimo. Dai 3 anni