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Scaffale basso. Le 20 battaglie che hanno cambiato la storia raccontate ai bambini

Rossana Sisti lunedì 18 dicembre 2017

Impresa temeraria quella di raccontare ai più giovani la guerra. O più guerre, magari enfatizzando quelle che hanno fatto più rumore e sfracelli, rivoluzionato le sorti di Stati e popoli. Raccontando da partigiani, esaltando o sminuendo ideologicamente vincitori e vinti… Ma Sergio Valzania - giornalista, autore di programmi tv e storico, con una passione per le biografie e la storia delle grandi battaglie - ne è talmente consapevole che alla prima riga della premessa a Le 20 battaglie che hanno cambiato il mondo (Mondadori; 19 euro) chiarisce che questo è un libro contro la guerra, che considera l’uso delle armi un modo per aggravare i problemi non per risolverli.

Qui si racconta non per celebrare ma per conoscere e ricordare. Presentando i fronti opposti, gli schieramenti in campo, le mappe e i movimenti delle truppe, i generali e le forze armate a disposizione, le strategie vincenti e gli errori fatali dei vinti, Valzania regala pagine di grande Storia. Da Maratona, con gli ateniesi che si difendono dagli attacchi dei persiani, a Canne con la disfatta di Roma e la vittoria di Annibale, da Farsalo, duello tra Cesare e Pompeo, a Trafalgar che consegnò al Regno Unito il controllo sui mari e sugli oceani del mondo fino alla Prima guerra mondiale. E poi ancora la grande battaglia navale dello Jutland nel 1916 , quella del ’42 di Midway sul Pacifico in cui la Marina Usa respinse gli attacchi di quella giapponese, la Guerra dei sei giorni d’Israele contro gli Stati arabi confinanti fino all’offensiva del Têt, il grande attacco a sorpresa sferrato dall'esercito nordvietnamita e dai Viet Cong durante la guerra del Vietnam. Un conflitto questo talmente assurdo che “pochi compresero le ragioni per le quali si combatteva”. Ma che come ogni guerra, crea lutti, dolori e ferite difficili da rimarginare. Dai 12 anni

Terzo appuntamento con i magnifici volumi di Harry Potter illustrati a colori dal geniale Kim Kay, l’artista scelto personalmente dall’autrice J.K. Rowling. Con le sue 115 tavole fantasmagoriche, dai punti di vista eccentrici, con i volti di bambini che riproducono bambini veri scelti con un casting dall’artista stesso, Kay ha magicamente interpretato il mondo già di per sé fantastico di Harry Potter. Difficile non restarne sorpresi. Terzo volume della saga, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban (Salani; 34,90 euro) riporta i lettori alla minaccia che incombe sulla scuola di Hogwarts dove Harry e i suoi amici stanno per iniziare il terzo anno ma anche dove è diretto il famigerato assassino Sirius Black evaso dalla prigione di Azkaban.

Vincitore della Kate Greenway Medal, uno dei massimi riconoscimenti a livello internazionale dedicati all’illustrazione per ragazzi, e della Carnegie Medal per le sue illustrazioni di Sette minuti dopo la mezzanotte di Patrick Ness, Jim Kay è stato scelto per illustrare a colori tutti e sette i libri di Harry Potter e ideare le nuove copertine. Un volume per tutte le età

Separarsi dal proprio ciuccio è una tappa importante. Un dolore e una conquista insieme, significa rinunciare a una sicurezza e affrontare momenti di ansia e fragilità. Bisogna andare adagio e procedere con pazienza. Qualcuno adotta modi bruschi e definitivi altri cercano la via del convincimento. Certo, papà lupo è piuttosto sbrigativo nell’affrontare le resistenze del piccolo Valdemar che non digerisce affatto la sparizione repentina e violenta del suo amato ciuccio e si consola con quelli di scorta.

O finisce per trovare conforto in quello della sorellina, la quale pure lei lo reclama. Diventare grandi ha i suoi vantaggi, però… Il ciuccio di Valdemar è una storia delicata e insieme ironica, con un finale divertente e non scontato. Lo firma l’autrice svedese Maria Jönsson per l’editore Beisler (13 euro). Dai 2 anni

Celeste e Stella sono inseparabili. Stella, da buon cucciolo accompagna ovunque la sua padroncina: fa capolino dalla zainetto di scuola, segue al guinzaglio la bambina nelle passeggiate al parco, si lascia coccolare e persino tormentare con il bagnetto, ricevendo bocconcini di premio.

E dulcis in fundo, condivide con Celeste persino il letto… Il tenero paradosso che unisce titolo e illustrazione è un inno alla immaginazione dei bambini, capaci di vedere il mondo e di dare nomi alle cose secondo logiche divergenti da quelle adulte. Raccontano Questa non è una papera (Il Castoro editore; 13,50 euro), con una sintonia che è la celebrazione del fraintendimento, Fulvia Degl’Innocenti con un testo breve e incisivo, Maria Giròn con illustrazioni di rara bellezza. Dai 3 anni