Scaffale basso. Tanti, allegri e diversi meravigliosi vicini di casa
È noto che in un sistema ordinato, basta una piccola variazione a scardinare e ribaltare l’intero quadro. Ne è un eloquente esempio la storia di Meravigliosi vicini, deliziosa novità di Orecchio Acerbo (15 euro) che segue la vita di un monotono condominio abitato unicamente da pecore scontrose e la sua evoluzione scatenata dall’arrivo di una vivace famigliola di lupi. Dall’osservatorio della propria finestra un giovane montone racconta il grigiore di un quartiere così tranquillo da risultare noioso e di uno stabile in cui la gente se non va oltre il saluto frettoloso, l’insofferenza e il tipico battibecco per un comportamento del vicino ritenuto sgarbato. Nulla, neppure l’arrivo della neve riesce a scuotere gli animi, a rallegrare i cuori di chi abita il silenzioso condominio, assoluto protagonista dell’albo, sempre in primo piano in ogni doppia pagina.
Ma tutto sta per cambiare, perché i quattro della famiglia Lupo riescono a portare una ventata di novità, a dare una svolta al formale stile del condominio che, con il passare delle settimane e delle stagioni aprirà le porte a tanti nuovi inquilini di razze diverse – mucche, maiali, leoni, scimmie, cicogne, struzzi, coccodrilli… - pronti a stravolgere la geografia del palazzo (bellissimo il gioco di osservazione dei dettagli!) fino a renderlo irriconoscibile nella facciata e nell’allegria festosa della vita comune. A conferma del fatto che più si è e più si è diversi, più ci si diverte. Gli autori, Gilles Bonotaux ed Hélène Lasserre sono marito e moglie; da più di vent’anni lavorano insieme e il loro sodalizio e la loro intesa sono talmente profondi che è difficile immaginare il lavoro dell’uno senza quello dell’altra. Ma il risultato è eccellente e soprattutto divertente per i piccoli lettori, catturati dalla lenta metamorfosi del palazzo merito dei suoi nuovi e multietnici abitanti. Dai 3 anni
Si avverte l’eco della cronaca drammatica e crudele dei nostri giorni in questo racconto dello spagnolo Lluìs Prats La bambina dell’isola (Rizzoli; 16 euro) che ha per sottotitolo “La storia della bambina arrivata dal mare e del medico che la salvò”. Ispirato a una storia vera profondamente commovente ma riportata sul terreno della letteratura e della fantasia quella della piccola Kambirì. La bimba di pochi mesi arrivata dal profondo Mali tra le braccia di sua madre Alika fin sulle coste dell’Africa che affacciano al Mediterraneo, poco lontano da Monastir, per trovare un passaggio verso la terra in cui suo padre Salif ha trovato un posto migliore per vivere, cibo e lavoro.
Ma le carrette del mare e i trafficanti di uomini non mantengono mai le promesse e il destino di molte di quelle donne, uomini e bambini che in gran parte non sanno nuotare, è segnato. Un incendio a bordo del gommone scatena l’inferno. Investita dalle fiamme Alika non sopravvive alle ustioni ma riesce a consegnare la piccolina nelle braccia di una compagna di viaggio con la preghiera di metterla in salvo e portarla da suo padre a Mirano in Veneto. Mirano e non Milano come invece fraintende la giovane donna. A Milano c’è suo padre, conferma, affidando la piccolina nelle mani di un dottore compassionevole – figura ispirata a quella del dottor Pietro Bartolo - che da anni sul molo di Lampedusa vede arrivare i barconi stipati di gente sopravvissuta alla traversata di cui si prende cura. Ma evidentemente tutte le ricerche di Salif nella capitale lombarda non approdano a nulla. Kambirì cresce sull’isola protetta e amata da una grande famiglia adottiva finché il destino ha in serbo per lei finalmente un dolce epilogo. Racconto toccante anche la prefazione del dottor Bartolo che abbracciò per primo la vera bambina arrivata dal mare. Dai 13 anni
Nel mio corpo… (fatatrac; 15,90) è un albo grande, con cui Mirjana Farkas, artista che vive e lavora a Ginevra, accompagna i più piccoli con la magia dei colori e della fantasia alla scoperta delle emozioni, degli stati d’animo e dei desideri che affiorano, agitano o scombussolano il corpo. Una sorta di mappa fantasiosa delle sensazioni che i più piccoli avvertono - perché “il corpo brulica e vibra da mattina a sera” - ma a cui spesso non sanno dare un nome e neppure contorni. E qui entra in ballo il potere delle immagini e del linguaggio figurato, efficace a spiegare meglio e più di mille parole.
E così vediamo che quando la sete bussa l’acqua che si beve innaffia oasi di zone verdi e fiorite, quando si balla tutto si agita e si capovolge al ritmo della musica, mentre tuffarsi richiama il tempo della simbiosi con la mamma dentro il suo pancione. Ma cosa succede quando si ha paura, quando ci si arrabbia o si piange. E se la tristezza fosse solo un addensarsi di nuvole sul cuore? E se bastasse un grande abbraccio per calmare gli animi e trasformarli in un mondo pieno di fiori? Quando la scienza incontra la poesia le risposte arrivano prima al cuore e poi alla testa. Dai 4 anni