Saper scrivere? Primo, essere chiari Per gli aggettivi c'è sempre tempo
Non si può che notare il contrasto fra l'iracondo tradizionalismo di Citati, la garbata eleganza borghese di Ottone e questo frastornante esercito di professionisti che per tre mesi faranno scuola di scrittura a tutti, per tutti gli scopi e non si sa perché. L'articolo di Ottone è più che sufficiente per capire cosa bisogna fare (o non fare) per scrivere professionalmente bene rispettando la cosa di cui si parla e il lettore che leggerà. Ottone cita le istruzioni di due direttori di giornale. Il primo dice al principiante: «ogni frase comincia col soggetto, poi viene il predicato verbale, poi vengono i complementi. E se lei vuole inserire un aggettivo, passi prima nel mio ufficio e mi chieda il permesso». Il secondo direttore (Mario Borsa) prescrive: «Nei vostri articoli dovete dire subito il fatto, perché il lettore vuole sapere il fatto, non nascondete il fatto in mille divagazioni». Questa semplicità rude merita un applauso. La creatività non andrebbe insegnata. Si può insegnare la precisione e la trasparenza comunicativa. Con un solo articolo Ottone ha reso superfluo, mi pare, il manuale Holden in dodici volumi e altrettanti Dvd.