Sanità religiosa, il contributo dei medici
La duplice attività di questi medici e le implicazioni per gli aspetti contributivi – alla luce anche dell'evoluzione del sistema previdenziale – ha indotto l'Inps a fare il punto su questo particolare settore della sanità, a beneficio dei diritti degli interessati e per un corretto comportamento degli uffici amministrativi.
L'Istituto ricorda (msg 1281/2019) che i docenti ricevono, oltre alla retribuzione dall'Università
come stabilita dal Contratto nazionale per i dirigenti SSN, anche un trattamento aggiuntivo corrisposto dalla struttura sanitaria e graduato all'incarico e ai risultati ottenuti (indennità di risultato).
Con la retribuzione della struttura sanitaria è dovuta inoltre una "indennità di esclusività" qualora il rapporto di lavoro venga svolto in regime di esclusività e a compensazione della limitazione di un'attività professionale intramoenia.
Considerato che l'attività propriamente sanitaria trova origine dal rapporto di lavoro con l'Università, i contributi pensionistici dovuti per l'attività nella struttura ospedaliera devono essere versati nelle stesse Casse o Fondi nei quali l'interessato è iscritto per il rapporto instaurato con l'Università. Si tratta quindi della Cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, dell'ex Enpas per i trattamenti di buonuscita, della Gestione unitaria delle prestazioni creditizie.
La pensione sarà composta da una quota A, relativa ai compensi connessi alla funzione e al grado di responsabilità dell'incarico, e una quota B riferita ai compensi aggiuntivi relativi ai risultati e ad altri elementi variabili.