Rubriche

Sangue, denaro e... fantasia. Una serie tv che affascina

Andrea Fagioli giovedì 12 dicembre 2024
«Questa serie è un’opera di fantasia basata su eventi reali. Aspira ad essere arte, non un documentario. Eventi, personaggi e opinioni dovrebbero essere presi come tali». Si presenta con questa didascalia iniziale la serie francese Of money and blood (“Di denaro e sangue”) di cui sulla piattaforma streaming Mymovies one (società del Gruppo editoriale Gedi) sono disponibili i primi due episodi, mentre gli altri dieci saranno inseriti settimanalmente a partire da domani. L’intento è dunque chiaro: raccontare una storia vera, facendolo in modo accattivante e coinvolgente, sfruttando appieno le caratteristiche anche tecniche del mezzo cinematografico a disposizione. Per quanto riguarda la storia (basata sul libro-inchiesta D’argent et de sang del giornalista Fabrice Arfi) diciamo che ruota attorno a uno scandalo finanziario epocale (almeno due miliardi di euro sottratti allo Stato francese nel 2009) legato al sofisticato sistema di società fittizie per trarre profitto dalla compravendita di «quote di emissione di carbonio», inizialmente inventate per combattere l’inquinamento e il riscaldamento globale. Il racconto attraversa così le banlieue di Belleville fino ad arrivare ai salotti della finanza internazionale, partendo dalle vicende del magistrato Simon Weynachter (il pluripremiato Vincent Lindon) al quale il governo francese affida nel 2008 la responsabilità di un nuovo corpo speciale destinato a dare la caccia alle frodi fiscali, perché, come dice lui stesso, «ormai i criminali sanno che è più facile manipolare i mercati finanziari che rapinare una banca». Per quanto riguarda i modi del racconto, i registi Xavier Giannoli e Frédéric Planchon e lo sceneggiatore Jean-Baptiste Delafon, combinano elementi di thriller, dramma, analisi socio-politica e dibattito ambientale, sullo sfondo delle storie personali, che come spesso succede in questi casi viaggiano in parellalelo con la vicenda generale. Ecco allora la figlia tossicodipendente dell’austero Weynachter o la riscoperta delle proprie radici ebraiche. Ogni elemento narrativo, a partire dallo schema della frode o delle vicende familiari, viene svelato in modo progressivo per tenere alta l’attenzione a cui contribuisce la buona prova attoriale di gran parte del cast e in particolare di Lindon, tormentato dal difficile rapporto con la figlia, ma inflessibile sul lavoro nel combattere gli intrighi, la manipolazione del denaro e delle coscienze. Tutto questo, come vorrebbe l’aspirazione iniziale degli autori, può anche essere arte. A noi basta dire che Of money and blood (presentata in anteprima all’ultima Mostra internazionale del cinema al Lido di Venezia) è una serie che si fa guardare, grazie all’intreccio, persino a una certa fascinazione del male (il mondo dei casinò e del lusso sfrenato dei criminali, ad esempio), ma anche per lo spaccato non da poco che apre sulla vulnerabilità del nostro sistema economico. © riproduzione riservata