L'Inps tranquillizza i pensionati che devono consegnare all'Istituto il modello Red per la certificazione dei redditi del 2004. La data del prossimo 31 maggio, indicata come scadenza per la presentazione del modello REDN, non è tassativa. Si tratta di un termine che lo stesso Inps si è prefissato come data per un primo monitoraggio della grande operazione di raccolta dei dati reddituali. L'ente può così individuare i pensionati che non hanno presentato la certificazione. In base a questo riscontro, sarà inviato un sollecito ai pensionati mancanti e, in caso di ulteriore silenzio, sarà sospeso il pagamento della pensione interessata.
Red originale. Un'ulteriore precisazione dell'ente riguarda diversi pensionati che hanno già inoltrato la certificazione, utilizzando però non il modello Red originale ma un facsimile.
La dichiarazione sul modello facsimile - precisa l'Inps - non può essere ritenuta valida perché non consente di controllare l'identità di chi la rilascia. Di conseguenza, a meno che gli uffici possano accertare con sicurezza la provenienza del facsmile, i pensionati che hanno utilizzato la copia dimostrativa dovranno ripetere la dichiarazione direttamente presso la sede Inps o attraverso i Caf o altri soggetti abilitati (consulenti tributari, ragionieri commercialisti, consulenti del lavoro, revisori dei conti, dottori commercialisti che abbiano stipulato apposita convenzione con l'Inps). Sia i Caf sia i professionisti convenzionati sono tenuti a fornire ai pensionati l'assistenza Red in maniera del tutto gratuita.
Sanatoria in vista.L'incidenza dei redditi personali e familiari sulle diverse prestazioni previdenziali pone il titolare nel rischio di dover restituire quanto riscosso oltre il dovuto. Questa eventualità ha messo però in evidenza che le norme in vigore sono molto frammentate e suscettibili provocare diverse ed ingiustificate disparità di trattamento.
Una proposta di legge (n. 2397), attualmente all'esame del Senato, si propone pertanto di mettere ordine nel settore degli indebiti, con regole più semplici e circoscritte. In primo luogo viene stabilita, in via definitiva, l'esclusione della casa di abitazione e delle sue pertinenze dai redditi che gli enti previdenziali prendono in esame per verificare il diritto e la misura di tutte le prestazioni previdenziali. La proposta riapre, in particolare, la possibilità di sanare le somme percepite in più da molti pensionati in tutta buona fede. In passato, sanatorie di questo tipo sono state di quando in quando approvate dal Parlamento. Quella ora in discussione si riferisce ai trattamenti previdenziali indebiti erogati dall'Inps per periodi anteriori al 1° novembre 2001. Vengono così esclusi da qualsiasi restituzione gli indebiti di importo inferiore ad un determinato limite di reddito, mentre si procede al recupero degli importi superiori al limite prefissato, nella misura della metà o di un quarto della somma dovuta.