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Salvezza sempre possibile

Lorenzo Fazzini sabato 18 maggio 2024
Salvezza. Parola che nel linguaggio cristiano resta centrale e decisiva. Ma che oggi fa sempre più i conti con un “io” umano autosufficiente, ipertrofico, espansivo. Che pensa di bastare a sé stesso. E, dunque, di non aver più bisogno di nessuna salvezza. Nel romanzo Le ragioni del male (Lindau) di Rafael Argullol, catalano, lodato dal quotidiano El Paìs, viene descritto l’incontro dei due protagonisti, Victor e Angela, con un quadro raffigurante il mito di Orfeo: «L’autore, nonostante i suoi limiti, o forse la fretta, era riuscito a esprimere una forza considerevole. Angela, pur riconoscendo i difetti, ne lodava la forza, che attribuiva alla decisione indovinata da parte del pittore di aver scelto il momento cruciale della fuga di Orfeo. “Guarda – diceva con soddisfazione – è il momento giusto. Orfeo è in procinto di voltarsi per contemplare Euridice, ma non l’ha ancora fatto. Noi spettatori non possiamo dire se lo farà. La salvezza è ancora possibile”». Questa possibilità di salvezza, cioè che Orfeo non si volti a contemplare il volto dell’amata perdendola così per sempre, è un messaggio forte: ci dice che la salvezza è sempre una porta aperta, ogni istante, ogni minuto. Perché, come afferma il teologo Jürgen Werbick, «Dio sfida a sperare, ad agire al di là di ciò che è troppo ovvio, troppo umano». © riproduzione riservata