Salieri si riabilita col suo Requiem e cancella l'ombra di «Amadeus»
A sgombrare il campo da tale possibile equivoco di fondo arriva oggi questa incisione discografica, realizzata dalle compagini vocali e orchestrali Gulbenkian di Lisbona dirette da Lawrence Foster. Sul leggio, dunque, il Requiem di Salieri, ma non solo; la tracking list di questo interessante cd (pubblicato da PentaTone e distribuito da Codaex) viene infatti completata da una coppia di lavori scritti da due tra i più celebri allievi del maestro veneto: la Cantata Bonaccia e viaggio felice di Beethoven e l'offertorio Intende voci di Schubert.
Maestro di cappella e compositore ufficiale presso la Corte imperiale asburgica, Salieri godette in vita di grande fama (nel 1778 è stato il suo melodramma L'Europa riconosciuta a inaugurare il Teatro alla Scala di Milano) e concepì il Requiem in do minore per le sue stesse esequie; impregnata di una religiosità solenne ma serena, questa partitura si presenta ricca di idee musicali e di passaggi carichi di pathos, in una successione di quadri sonori che passano attraverso gli austeri drappeggi corali dell'"Introitus" iniziale o la temperie pre-romantica del "Dies irae", il piglio eroico del "Tuba mirum" o l'aurea pastorale del "Recordare", l'oasi pacificante dell'"Agnus Dei" o l'accorata invocazione del "Libera Me, Domine" finale, che chiude degnamente questo "piccolo Requiem composto da me, e per me, Ant. Salieri, piccolissima creatura...". Anche se il Requiem di Mozart rimane tutta un'altra cosa...