Saldi di fine stagione: la Fifa svende il calcio ai sauditi
bene i propri conti, vedi il governo mondiale del football, alias Fifa. Il suo presidente Gianni Infantino, nello stesso giorno in cui festeggia lo scudetto della «mia Inter» – quando si dice un uomo superpartes – e l’addio a Parigi, dove gli affitti per gli uffici Fifa costano troppo e gli sgravi fiscali sono inferiori alla media europea (neanche Mario Draghi arriverebbe a formulare simili pensieri), annuncia anche il “maxiaccordo” di partnership con gli amici sceicchi. La Fifa fino al 2027
legherà il suo brand ai giganti sauditi di Aramco, la compagnia leader a livello mondiale nel settore energetico e chimico. La gustosa unione che sa tanto di integratore energetico, la “AramcoFifa”, sarà in campo già ai Mondiali maschili di Messico-Usa-Canada 2026 e quelli femminili del 2027, che a maggio sapremo se si terranno nelle stesse sedi americane o verranno dirottati alla triade europea Germania-Belgio-Olanda. Chiaro che l’accordo con i sauditi proseguirà per un altro settennale per arrivare ai “Mondiali di casa”, quelli del 2034, già donati, con lauto ritorno in petrodollari, all’Arabia Saudita. Ma l’infante Infantino assicura che non è mica la pecunia ciò che muove il mondo del calcio. Macchè è «l’impegno condiviso per l’innovazione, lo sviluppo e la creazione di iniziative sociali di grande impatto, in linea con la missione della Fifa di rendere il calcio veramente globale». Maradona sulle strategie da Robin Hood al contrario della Fifa, rubare ai poveri per dare ai ricchi, aveva già detto tutto tanto tempo fa. Noi ci limitiamo a gettare l’ultimo velo pietoso su un mondo come quello da «viva il football» (cito Lele Adani) che è sbagliato, a partire dai vertici, da quei signori incravattati da manager che usano il pallone per giochi molto politici e assai poco sportivi. Ai saldi di fine stagione nazionali si registra il beau geste congiunto, Lega di Serie A e Aia, che per l’odierna partita della festa scudetto dell’Inter contro il Torino ha designato una terna arbitrale tutta femminile: il direttore di gara (o direttrice,
fate voi) Maria Sole Ferrieri Caputi di Livorno coadiuvata dalle due assistenti di linea Francesca Di Monte e Tiziana Trasciatti. Nei bagordi della festa tricolore probabilmente a San Siro nessuno oggi si renderà conto che siamo di fronte a un evento storico. Una terna arbitrale tutta al femminile si era già vista in B e in Coppa Italia, ma mai in una partita di Serie A e per giunta alla Scala del calcio nel giorno della seconda stella nerazzurra. Un debutto che sa di «autogol», come fa notare sul Giornale Luigi Mascheroni nella sua rubrica quotidiana Giù la maschera: «E così per apparire più femministi di quanto sia necessario, si finisce per essere più maschilisti di quanto sia consentito». Ora però ci aspettiamo anche un
commento finale di Inter-Torino che parli di “partita femmina” e non più “maschia”. Dai padroni del pallone mi difendo con il mio Beppe Viola e la sua «sei troppo grande per essere anche intelligente». © riproduzione riservata