Si chiude in questo mese una coda del contratto nazionale di lavoro 2014 - 2017 per i sacrestani in servizio presso le parrocchie, le abbazie, i santuari ed altri enti ecclesiastici. Insieme alla normale retribuzione, con la busta paga di maggio viene liquidata agli "addetti al culto" la somma una tantum di 300 euro lordi, quale terza ed ultima rata di una particolare indennità professionale, riservata ai sacrestani assunti prima del 2014, inquadrati dal precedente contratto e con almeno un anno intero di servizio. Ai sacristi part time l'indennità spetta in proporzione all'orario svolto.Le organizzazioni di categoria - la "Faci-Federazione delle associazioni del clero" in rappresentanza delle parrocchie quali datori di lavoro e la "Fiudacs-Federazione delle associazioni diocesane tra gli addetti al culto" per i sacristi dipendenti - hanno convenuto di accertare a fine 2016 la possibilità di corrispondere una ulteriore una tantum, ove lo consentano le condizioni finanziarie delle parrocchie interessate. Anche queste, infatti, sono coinvolte nelle quotidiane difficoltà di tanti datori di lavoro.Nel frattempo, per i vecchi sacristi, assunti ed in servizio già mentre era in vigore il precedente contratto nazionale, è prevista una quattordicesima mensilità in pagamento il prossimo 15 giugno.Contributi Inps. Tutti i compensi corrisposti al sacrista sono soggetti ai contributi Inps. In caso di irregolarità - come ha precisato il ministero del Lavoro in materia di reati depenalizzati (nota 9099/2016) - costituiscono illecito penale le omissioni il cui importo sia complessivamente superiore a 10 mila euro, punibili con la reclusione fino a 3 anni e una multa fino a 1.032 euro. Al di sotto di 10 mila euro gli illeciti hanno semplice natura amministrativa ma sono colpiti da una sanzione da 10 a 50 mila euro. L'importo delle omissioni si calcola distinguendo anno da anno, e ciascun anno comprende il periodo dal 16 gennaio (versamento relativo al mese di dicembre dell'anno precedente) fino al 16 dicembre (relativo al mese di novembre in corso).Rendiconti. Fra i costi generali e le voci proprie del rendiconto parrocchiale, sono compresi anche gli oneri per il servizio del sacrestano dipendente, sostenuti per lo svolgimento delle funzioni liturgiche e per la frequenza nella chiesa della comunità cristiana. Nel corso della recente Assemblea generale della Cei è stata auspicata una maggiore trasparenza nella gestione economica delle parrocchie, da non limitare alle brevi notizie sul classico bollettino parrocchiale, ma da riportare ampiamente anche sulla rete, così da raggiungere una platea più vasta.