Rohrwacher: il film al gusto di famiglia
buona notizia che il film di Alice Rohrwacher Le meraviglie vada in concorso a Cannes, una notizia che vale
più dell’Oscar a Sorrentino, perché riguarda un cinema povero, ma che sa
"dire il vero" con semplicità e profondità. Antispettacolare,
semplice, dice, senza l’insistenza di chi si vuole Autore con la maiuscola, un
monte di cose importanti per lo spettatore, in particolare per il giovane che
deve far fronte a una crisi che non è solo economica, che è anche morale e di
civiltà. La trama è semplice: una famiglia composita, padre tedesco e madre
italiana, tra i quaranta e i cinquanta, quattro figlie, un’amica della coppia
che vive con loro da sempre, e un ragazzino tedesco affidato temporaneamente da
un centro rieducativo in cambio di un regolare contributo economico. Nella
campagna umbra, dove l’agricoltura è in crisi e dove prosperano gli
agriturismi. Dove arriva la tv, e porta anch’essa il suo contributo alla
decadenza e morte di un mondo. Si indovina che (come il padre e la madre veri
delle sorelle Rohrwacher, appunto un tedesco e una italiana che producono
miele) gli adulti hanno alle spalle il ’68 e l’utopia del ritorno alla terra,
della vita in comune, di una diversità accettata e accettabile, né scandalosa né
invadente. È appunto il fallimento di un’utopia che la Rohrwacher ci narra, qui
di portata limitata ma che le riguarda tutte o quasi... un’utopia di quelle che
una volta venivano chiamate, non dimentichiamolo, sacri esperimenti.
E si veda in proposito il bel libro di Castelvecchi Un paradiso scomparso di Cunnigham Graham, la
ristampa di un classico sulla storia dei gesuiti in America del Sud tra il XVII
e il XVIII secolo da cui fu tratto il film Mission e che era stato apprezzato, per motivi diversi,
da Conrad e Chesterton. In questo piccolo mondo le figlie più adulte sono
ovviamente attirate dalla modernità ma potranno resistere
efficacemente a quelle lusinghe perché fanno parte di una famiglia, perché, nonostante
la sconfitta degli ideali che hanno mosso i loro genitori, il "sacro esperimento"
può continuare. E a renderlo possibile sarà proprio la famiglia, in crisi
dovunque, sottoposta alle peggiori violenze psicologiche nonché economiche. La
famiglia in cui gli adulti continuino a sognare un mondo diverso e i figli a
essere da loro protetti, accuditi, fino a quando non saranno in grado di
procedere da soli, di mettere le ali.