Rodin, Camille e la “Cattedrale” dell'amore
All'aeroporto di Parigi vedo una gigantografia di August Rodin, sono due mani immense, tese verso l'alto, accompagnate da un titolo: La Cattedrale. L'opera, custodita a Parigi, al Musée Rodin, data 1908, sono passati 110 anni dalla sua esecuzione e il panorama dell'amore di coppia è cambiato radicalmente.
Sì, le due mani, di uomo e di donna, sono due destre. Non è, dunque, la mano dove si pone l'anello nel rito del matrimonio, è piuttosto la mano del lavoro, dell'operosità. Dietro alla scultura c'è la storia tormentata e affascinante, del rapporto tra l'artista August Rodin e Camille Claudel, sorella del celebre drammaturgo francese Paul Claudel. Rodin amico di san Pier Giuliano Eymard aveva accarezzato l'idea di farsi frate, era stato lo stesso Pier Giuliano a sconsigliarlo nella scelta, indirizzandolo verso la sua arte. Rodin, all'epoca in cui conosce Camille, aveva già una relazione della quale, tuttavia, non era certo. Camille era una giovane e dotatissima allieva con la metà dei suoi anni. Tra i due nasce una passione scandalosa per l'epoca che finisce poi tragicamente per la sofferenza psichica di lei.
Certamente, pur nel dramma di un'unione impossibile, August Rodin incontra con Camille un amore totalizzante, sul quale si è non di rado ricamato, che ha reso evidente come operare uniti in matrimonio, per un bene più grande, sia il destino dell'uomo e della donna. Le due mani, infatti, sono due destre perché esprimono l'impegno di un lavoro comune: la scultura per i due artisti, il campo educativo per i coniugi in generale. Non a caso Rodin intitola l'opera Cattedrale, egli pensa a Chartres con i suoi campanili disuguali innalzati entro 500 anni di storia dolorosa, in essi vede rappresentato l'uguale compito da parte dei due diversi sessi di richiamare all'Eterno.
Novant'anni dopo “le mani” di Rodin in Francia, il 15 novembre 1999, nasceva il Patto civile di Solidarietà, che legalizzava una forma di unione diversa dal matrimonio: due persone maggiorenni dello stesso sesso o di sesso diverso vivono stabilmente insieme. Ora, a soli vent'anni dal Patto, la «Cattedra» cade rovinosamente sotto i colpi di una mentalità dissacrante l'amore tra un uomo e una donna. Eppure quella Cattedra continua a essere, nei secoli, promotrice di bellezza e alterità, di forza di attrazione e di comune impegno etico e civile. Nella scultura la mano femminile è a forma di coppa e sigilla il carattere della donna, accogliente, capace di comprendere i diversi e generarli alla pace. La mano maschile svetta verso il cielo rivelando la forza propulsiva dell'uomo, il suo essere capace di Dio e, dunque, interprete efficace della realtà intra-mondana. L'uomo è servo di un disegno più grande eppure è artefice libero della trasformazione dell'habitat e della materia.
Basterebbe osservare come i grandi totalitarismi moderni siano stati tesi a cancellare ogni alterità fra uomo e donna e con essa ogni esperienza autenticamente creativa. Penso alla Cina dei mandarini, agli splendidi chimoni femminili, alla delicatezza dello chignon orientale e vedo le casacche grigie e il taglio a caschetto imposti da Mao alle donne, al punto da renderle invariabili, interscambiabili, annullate nella loro identità femminile.
Rodin nella sua pur sregolata passione per Camille ebbe la grazia di comprendere il mistero di reciprocità e disparità che unisce l'uomo alla donna e di farne la parabola dell'educazione all'amore per il mondo, la cattedra del segreto imposto da Dio alla creazione e alla vita.