L’ultima tappa del ritorno a casa ha dato modo di condividere all’interno degli autobus le risonanze interiori dell’esperienza vissuta. È stato un momento importante: per i ragazzi, per iniziare quell’operazione di “custodire i ricordi” che papa Francesco ha raccomandato; per noi adulti per intuire quali segni la Gmg abbia lasciato nella mente e nel cuore dei giovani. I non pochi timori della vigilia (qualcuno ha confessato di aver tentennato fin al giorno prima della partenza) hanno ceduto il posto al gioioso stupore di fronte a parecchie sorprese, tanto più incisive per il fatto che tutti i ragazzi erano alla loro prima Giornata. In molti sono stati colpiti dagli altri partecipanti: l’entusiasmo, la fede, la commozione... visti sui volti dei coetanei ha fatto cogliere la bellezza e la fierezza dell’essere cristiani; il clima di servizio e di accoglienza dell’ambiente portoghese li ha fatti sentire nel cuore della Chiesa, stimati e importanti; i momenti di preghiera e di ascolto hanno svelato dimensioni inedite della vita cristiana. Anche le fatiche e i disagi - vissuti da alcuni con fragilità adolescenziale - sono risultati alla fine positivi: hanno rinsaldato i legami e dato la misura delle proprie possibilità, spesso inesplorate. Non sono mancate, alla fine, le raccomandazioni per dare continuità all’esperienza, con consigli per la vita quotidiana e “spot” sugli appuntamenti diocesani dei prossimi mesi. All’arrivo, baci, abbracci, pianti, come si conviene. Poi l’accoglienza dei familiari, giunti numerosi a recuperare quel che resta dei giovani pellegrini. Siamo partiti, nove giorni fa, dopo aver ascoltato a Messa le parabole del granello di senape e del pugno di lievito capaci di produrre esiti sorprendenti, immagine dell’opera meravigliosa di Dio che fa crescere il suo Regno. Ci sorprenderanno anche questi ragazzi? Lo scopriremo solo vivendo.
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