Riscoprire il senso civico (perduto)
Con un semplice gesto, Rebecca ha dato avvio ad una vera e propria "rivoluzione gentile" che si può riassumere in un'invocazione: riprendiamoci le nostre città. È una meravigliosa scossa al senso civico sopito. È la riscoperta del bene comune come patrimonio di tutti, e non più come terra di nessuno da abbandonare all'incuria e al degrado.
Il fenomeno contiene in sé una serie di paradossi, che devono far riflettere. Il primo è di natura simbolica: Retake non si deve all'iniziativa di un cittadino romano, ma a quella di una donna americana che ci ha "insegnato" a riappropriarci delle nostre città e del nostro status di cittadini. Il secondo paradosso è che - a Roma come in altre città - il fenomeno rende ancora più evidente (o meglio, stridente) l'inefficienza del servizio pubblico locale di pulizia della città. Nel caso della Capitale, il servizio offerto da AMA costringe i cittadini romani a pagare la tassa dei rifiuti più alta tra le grandi città italiane, pur offrendo quotidianamente pessime performances.
Ma nella "rivoluzione gentile" dei volontari di Retake non c'è spazio per la polemica o per la contrapposizione: AMA e Retake, ad esempio, hanno siglato un accordo che rende strutturale e continua la collaborazione tra gli operatori dell'azienda municipalizzata e i volontari che lottano contro il degrado urbano. AMA fornisce loro le attrezzature necessarie alle operazioni di pulizia e provvede a ritirare i rifiuti raccolti al termine di ogni evento di clean up: un bel modello di partnership no-profit tra pubblico e privato che, tuttavia, non assolve l'azienda municipalizzata dalle sue negligenze.
Grazie ai volontari di Retake, oggi non abbiamo più scuse. Perché essere cittadini è un diritto-dovere di tutti, nessuno escluso.
www.francescodelzio.it
@FFDelzio