L'arte del definire. Ci conviviamo ogni giorno della nostra vita con questa necessità – a volte inconscia, altre seriale – di definire tutto per filo e per segno. O di provarci, almeno. Chiudere qualcosa dentro un limite ci aiuta a controllarlo e spesso ci mette al riparo da paure o timori. I bambini non hanno questa attitudine: la imparano crescendo. «Non ti sporgere troppo, puoi cadere». «Attento a quel coltello, è affilatissimo». Il bimbo ha bisogno dell'adulto per definire molti perimetri. E l'adulto si mette accanto a lui per tracciare i confini di una vita che deve crescere al meglio. Poi, una volta finito il rodaggio, il bambino diventa pian piano uomo e impara a guidare da solo. Ma per ogni dubbio riguardante il definire sa che ci sarà sempre qualcuno con più esperienza pronto ad aiutarlo. E per gli adulti com'è la faccenda? Quante volte proviamo a circoscrivere un argomento, a renderlo più digeribile per la nostra mente e la nostra anima? Tante. C'è bisogno di definire sempre tutto, di mettere semafori o adesivi sulle cose? Una sbarra di qui, un lucchetto di là, e il gioco è fatto.
Oggi sono su questa terra da sedicimilasettecentodiciotto giorni. Degli oltre ventiquattro milioni di minuti vissuti ne sto spendendo alcuni per provare a riflettere sull'importanza del definire. Il tempo che viviamo è definito da una convenzione, che ci dà una misura precisa e utile per molte cose. Ma se ci fossero ore o giorni fuori dal calendario convenzionale della vita, vissuti con altrettanta pienezza, cosa succederebbe? Provare a definire ci pone in una condizione di sicurezza. Ma la vita è completamente imprevedibile, a volte pure dispettosa. Ci scombina i piani in un attimo, ci fa cambiare strada improvvisamente. Ed ecco che in un istante il paletto tanto sudato e definito con costanza miseramente crolla. Definire è uno strumento prezioso. Così come lo sono gli imprevisti, le farfalle nello stomaco, le emozioni inaspettate, le persone ritrovate. Di certo definire ci può aiutare a sopravvivere. Ma per vivere in pienezza serve a volte anche rischiare l'indefinito.